Le aziende pontine cercano la professionalità più che i laureati. Secondo i dati dell’ultima indagine Excelsior (coordinata a livello nazionale da Unioncamere) nella nostra provincia, la quota complessiva delle previsioni di ingresso nel mercato del lavoro, destinate ai titoli di studio secondari e professionali si attesta al 54%. Una media molto alta, superiore al resto del Paese.
Al contrario per quanto riguarda le alte figure professionali, la quota delle nuove entrate destinata a dirigenti, specialisti e tecnici (cosiddette figure “high skill”) si attesta al 14%, ovvero un livello decisamente inferiore alla media nazionale (26%).
Si registra inoltre la conferma di un trend che va avanti da diverso tempo relativamente alla diminuzione di appeal delle figure “medium skill” (35% la quota). A chiudere la graduatoria è il personale laureato. Infatti la quota di assunzioni riguardante questa figura professionale si attesta appena al 10%. Nulla di particolarmente sconvolgente visto il rapporto del Censis che conferma questa tendenza. Se paragonata ai principali paesi europei (Germania, Spagna, Francia, Regno Unito), infatti, l’Italia ha un triste primato: è quello con il tasso di occupazione più basso tra i laureati, 66,9%, contro una media Ue dell’84%.
C’è di più: da noi chi ha un diploma ottiene più facilmente un lavoro rispetto a chi ha una laurea (la percentuale di occupati con un’istruzione secondaria e post secondaria non universitaria è del 69,5%).
Con l’inizio di questa nuova decade, sembra inoltre affermarsi l’indirizzo di numerose aziende che starebbero rilanciando il tema della formazione specifica, ottenibile nell’arco di pochi mesi e valida quanto una laurea. Nelle imprese locali (e non solo) si avverte la necessità di premiare le competenze, non il titolo di studio, anche perché molto spesso i due elementi non vanno di pari passo. In particolar modo sul mercato di certi settori, come quello informatico/tecnologico.
Tornando ai dati dell’ultima indagine Excelsior relativamente al primo trimestre del 2022 le imprese della provincia di Latina contano di procedere a 7.970 assunzioni. Le entrate previste sono concentrate per il 69% nel settore dei servizi e per il 70% nelle imprese con meno di 50 dipendenti. Per il personale dipendente (ad esclusione dei contratti di somministrazione) si tratta di una quota pari al 79,7%, (78,4% nell’industria e 80,2% nei servizi).
Solamente nel 26% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 74% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita). Ed anche qui si tratta di numeri che confermano sostanzialmente l’andamento degli ultimi 20 anni.