La giunta Rocca dovrà garantire ancora una centralità a Latina nell’ambito della rete trasfusionale regionale, assicurando il mantenimento del Servizio Simt (Immunotrasfusionale) dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Una battaglia durata quasi due anni e vinta con grande caparbietà.
UN SERVIZIO DI ECCELLENZA
La rete trasfusionale della regione Lazio è in fase di riorganizzazione e secondo la “Proposta di revisione”, elaborato dal Nucleo Tecnico Operativo regionale, la direzione della Macroarea sembrava destinata al Policlinico di Tor Vergata. Tale eventuale decisione avrebbe relegato il S.M. Goretti di Latina ad un ruolo secondario, nonostante abbia storicamente tutti i requisiti per svolgere il ruolo direzionale. il Servizio Immunotrasfusionale dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, diretto dal professor Francesco Equitani, viene considerato un autentico fiore all’occhiello della sanità pontina. A Latina viene prodotto più sangue di quanto ne sia richiesto, sostenendo in parte anche il fabbisogno della regione. Si tratta di un servizio essenziale per la sanità pontina e regionale ma soprattutto un importante presidio per i cittadini e i pazienti. Da più parti a livello politico e negli ambienti sanitari, si è rilevato come fosse indispensabile che la sede di Latina non venisse depotenziata o declassata, ma anzi, in virtù dell’eccellenza che rappresenta, dovesse essere invece valorizzata per l’efficienza strutturale e la professionalità del proprio personale medico ed infermieristico.
ACCORPAMENTO CON FROSINONE
D’altronde dovrebbe essere prioritaria la salute delle migliaia di cittadini che, in maniera continua o solo temporanea, necessitano di trasfusioni. Solo per citarne alcuni: i talassemici, gli oncologici, gli oncoematologici, i trapiantati d’organo e di midollo osseo, i politraumatizzati e i pazienti dei dipartimenti di emergenza, quelli sottoposti ad interventi chirurgici, gli anziani affetti da malattie multiple e invalidanti, e quelli che fanno terapie trasfusionali domiciliare. Ragion per cui questo servizio non può essere ridimensionato in un bacino d’utenza importante come quello pontino. La Regione Lazio intende salvare la struttura di Latina. Tra le ipotesi che circolano, quella secondo cui si potrebbe prendere in considerazione anche l’eventuale possibilità di accorpare il centro di Latina con quella dell’Asl di Frosinone. O meglio si starebbe valutando eventualmente la possibilità di far confluire, nella sede di Latina, quella di Frosinone, che sarebbe totalmente d’accordo, sia nell’ambito istituzionale che in quello tecnico-professionale. Un accorpamento che sarebbe già stato stabilito dalla medesima Direzione regionale Salute, già dall’Agosto 2020.