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L’Italvolley in rosa vuole imitare i maschietti

Roberto Mercaldo
Sarà un mondiale lungo e le avversarie non mancheranno, ma le azzurre non si nascondono.
Settembre 21, 2022
Paola Egonu

Squadra favorita, con tutto ciò che comporta. L’Italia di Mazzanti si presenta ai campionati del mondo, in programma da venerdì al 15 ottobre, con la scomoda etichetta. Impossibile dar torto a chi ci attribuisce gli oneri e gli onori del teorico primato. Il campionato europeo e la Nations League hanno parlato la stessa lingua. Paola Egonu e le sue sorelle sono quanto di meglio la pallavolo mondiale possa mostrare, ma chi conosce il mondo dello sport sa quanto sia complesso, specie negli sport di squadra, tradurre sempre in atto le innegabili potenzialità. Sarà un mondiale lungo, con doppio girone eliminatorio prima dell’eliminazione diretta che, a differenza del torneo maschile partirà dai quarti di finale. Il sestetto di De Giorgi per vincere il mondiale ha dovuto giocare 7 gare. Chi vincerà il mondiale femminile ne avrà giocate 12, perché la formula prevede un primo gruppo eliminatorio con 6 squadre, un secondo girone da 8 che comprenderà anche le altre tre qualificate del girone iniziale (con i risultati già acquisiti) e poi, finalmente, per le prime quattro dei due gironi da otto, quarti di finale ad eliminazione diretta. Per le azzurre il girone iniziale è decisamente morbido: esordio con il Camerun, poi Portorico, Belgio, Kenia e Olanda. Le due formazioni europee proporranno ovviamente le maggiori insidie al sestetto di Mazzanti, che poi affronterà il girone a 8, con la disputa di altre 4 gare, contro avversarie da definire in relazione ai risultati degli altri raggruppamenti. Il coach azzurro ha confermato in blocco l’organico che ha portato al doppio trionfo. Alla diagonale Orru-Egonu si aggiungeranno le centrali Danesi e Chirichella, in posto 4 Sylla e Pietrini, con Bosetti concreta alternativa e Di Gennaro libero. Buone, anzi ottime, le possibili scelte dalla panchina, a cominciare dalla palleggiatrice Malinov, che imporrà a Orru di non abbassare mai la tensione. Le condizioni fisiche di Pietrini impongono qualche cautela, ma i problemi alla schiena sembrano definitivamente superati e il calendario consentirà un ingresso graduale. Le avversarie più temibili? Le solite del panorama femminile, cioè USA, Brasile, Cina e Serbia. In assenza della Russia, difficile ipotizzare che il primo gradino del podio possa interessare una squadra diversa dalle cinque grandi della disciplina. Ricordiamo che l’Italia, che ha fatto incetta di Europei, Coppe del Mondo e Nations League, ha vinto una sola volta i campionati del mondo, nel 2002, quando una straordinaria Elisa Togut trascinò le compagne a un clamoroso e in parte inatteso successo. Da allora quarto posto nel 2006, quinto posto nel 2010, ancora quarto posto nel 2014 e medaglia d’argento nel 2018 in Giappone, dietro la Serbia. Ai Giochi Olimpici, invece, siamo ancora inspiegabilmente prigionieri della maledizione dei quarti di finale. Un passo alla volta, però. Ora c’è un mondiale da onorare e da vincere.

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