Si dovrà ancora soffrire, come era ampiamente prevedibile.
L’Italia scolpita nell’emergenza e nella fretta ha tenuto botta per un tempo, giocando anche meglio dell’Inghilterra e andando meritatamente in vantaggio con Scamacca.
Raggiunta per un’ingenuità di Di Lorenzo, è andata al riposo su un 1/1 che le stava persino un po’ stretto, ma ha lasciato negli spogliatoi energie e concentrazione, perché al rientro in campo si è vista una squadra timida, puntualmente punita da due qualitative ripartenze inglesi.
È finita così con la squadra di casa vincente e promossa alla fase finale degli Europei, mentre gli azzurri dovranno giocarsi con Macedonia del Nord e soprattutto Ucraina il passaggio del turno.
In una sconfitta può esserci sovente anche qualcosa di buono e questa gara rientra nella casistica. È piaciuto il modo sbarazzino con cui gli azzurri hanno approcciato il match, sorprendendo un’Inghilterra che ha forse sottostimato la cifra tecnica degli avversari e per una buona mezz’ora è sembrata un pugile alle corde.
Più volte vicina al raddoppio, la “creatura dì Spalletti” ha subito un duro colpo quando un fallo evitabile di Di Lorenzo ha offerto a Kane la possibilità di porre rimedio allo sciagurato inizio dei “sudditi di Carlo III”.
Al riposo si è andati sull’1/1 e con la netta sensazione che fosse l’Italia ad avere idee più chiare e maggior riserva di energie.
LA QUALITÀ INGLESE, LE INCERTEZZE AZZURRE
Cosa è accaduto allora per ribaltare ruoli e copione in modo così repentino?
Una cosa che nel calcio non è infrequente: i giocatori di qualità (Bellingham, Rushford e Kane) hanno alzato la voce e gli uomini di Spalletti, un po’ a corto di fiato, non hanno saputo replicare.
A conti fatti hanno deciso due ripartenze, ma ad onor del vero va anche detto che sull’uno a uno agli inglesi è stata risparmiata una sacrosanta espulsione di Phillips, reo di un pestone da secondo giallo ignorato da Turpin.
L’invenzione di Bellingham tradotta in gol da Rushford e poi l’ingenuità di Scalvini, non sempre a proprio agio nella difesa a quattro che prevede un centrale in meno, hanno confezionato il risultato finale, nel solco delle previsioni della vigilia.
Intanto a Malta gli ucraini, dopo una partenza col brivido e con uno svantaggio repentino e imprevedibile, sistemavano la pratica con un 3/1 che evidentemente ha rappresentato il motivo dominante della serata.
E adesso? E adesso per passare il turno l’Italia dovrà battere la Macedonia del Nord e pareggiare (o vincere, ovviamente) con l’Ucraina. Un pari con gli ucraini determinerebbe arrivo a pari punti, ma l’Italia finirebbe davanti per gli scontri diretti, prima discriminante.
Insomma, gli azzurri sono ampiamente arbitri del loro destino e gli ostacoli tecnici che gli si pareranno davanti non sono certamente delle montagne da 8 mila metri. Tradotto in sintesi: si può e si deve fare…