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L’era Coletta al capolinea. Durigon e Calandrini ‘sollecitano’ FI a schierarsi. Fazzone senza sbocchi dopo il tramonto dell’operazione Leodori

Marco Battistini
Ad agevolare sempre di più la necessità di un percorso unitario nel centrodestra è la consapevolezza, rimarcata dai sondaggi che a pochi mesi dall’election day, la coalizione è in grado di fare ‘bingo’. Con qualsiasi sistema elettorale FdI trascinerebbe l’alleanza al successo, lasciando comunque un ruolo importante alla Lega e alla stessa Forza Italia.
Luglio 11, 2022
Claudio Durigon

In attesa di ulteriori pronunce da parte degli organi di giustizia amministrativa, un dato politico appare incontrovertibile: l’esperienza di Damiano Coletta alla guida del Comune di Latina è ormai giunta al capolinea. La maggioranza risicata con la quale il sindaco sta tentando di ‘galleggiare’ in questo scorcio di consiliatura non è più sufficiente a governare una città delusa, per non dire disgustata dai recenti fatti politici e giudiziari.
Anche in caso di accoglimento in sede cautelare del ricorso al Consiglio di Stato, sarebbe davvero arduo ipotizzare lunga vita ad un’amministrazione oggettivamente non in grado di gestire una fase complessa come quella attuale. Di questo ormai se stanno rendendo conto anche i vertici di Forza Italia, che pure in questi mesi hanno concesso una ‘fiducia’ in bianco al sindaco. Il governo delle larghe intese avrebbe avuto senso se vi fosse stata una personalità di grande spessore e super partes, come lo è in chiave nazionale Mario Draghi, possibilmente con tutti i partiti dentro. Ma la coalizione che sorregge Damiano Coletta dà l’idea di essere un gommone pieno di naufraghi che tenta in modo disperato di raggiungere la terraferma, Vale la pena continuare questo accanimento terapeutico? 

RICHIAMO ALL’UNITA’ DA LEGA E FDI

Attraverso una nota congiunta Claudio Durigon e Nicola Calandrini hanno lanciato un appello all’unità, chiedendo la convocazione di un tavolo nazionale sul caso Latina. “Quanto accaduto e quanto accadrà a Latina deve diventare oggetto di un tavolo nazionale del centrodestra, sottoposto all’attenzione dei tre leader nazionali, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi -si legge nella nota- qui abbiamo assistito ad un centrodestra elettorale e ad un centrodestra che ha poi optato per scelte di convenienza. Fratelli d’Italia e Lega in questi mesi si sono collocati senza esitazioni all’opposizione dell’amministrazione Coletta. Siamo pronti ora a competere per le prossime elezioni che si svolgeranno, così come ha disposto il Tar, in 22 sezioni su 116, con la convinzione che ci siano ancora tutte le condizioni per poter vincere al primo turno. L’auspicio è ricompattare il centrodestra di fronte a questa enorme opportunità per la città. Ma ci aspettiamo dagli alleati che non ci siano più ambiguità e rovesciamenti di fronte a seconda delle opportunità, in nome di una non mai chiarita “responsabilità”. È importante scegliere da che parte stare, sia che si vada al voto, sia nel caso in cui il Consiglio di Stato decida di ribaltare il verdetto del Tar, riabilitando sindaco e consiglio comunale ad ora decaduti.
La sentenza di venerdì è uno spartiacque e tutto il centrodestra è chiamato ora a dire agli elettori qual è la sua posizione rispetto a Damiano Coletta, ma anche rispetto ai prossimi appuntamenti con le elezioni politiche e regionali. Latina non può diventare un’eccezione e un precedente. Chiederemo a Giorgia Meloni e Matteo Salvini di dare la dovuta attenzione a Latina affinché sia fatta la dovuta chiarezza di fronte alla città”.

CENTRODESTRA SULLA RAMPA DI LANCIO

Ad agevolare sempre di più la necessità di un percorso unitario nel centrodestra è la consapevolezza, rimarcata dai sondaggi che a pochi mesi dall’election day, la coalizione è in grado di fare ‘bingo’. Con qualsiasi sistema elettorale FdI trascinerebbe l’alleanza al successo, lasciando comunque un ruolo importante alla Lega e alla stessa Forza Italia. Questo vale per lo scenario nazionale quanto per quello regionale, dove ormai il centrosinistra arretra ovunque, rimanendo di fatto competitivo solo dentro il raccordo anulare. Questo quadro non può non riflettersi anche nelle scelte locali. FdI e Lega pur spesso animati da spirito di competizione, sanno bene che la posta in palio è talmente alta che dividersi adesso equivarrebbe ad un suicidio politico. E la stessa Forza Italia che pure ha giocato su diversi tavoli, appare rassegnata a giocarsi le proprie carte esclusivamente nel tavolo di centrodestra. L’operazione Leodori (ovvero il possibile sostegno dell’area pontina di Forza Italia alla discesa in campo del vicegovernatore dem), che fino a poche settimane fa era certamente quotata, con il passare del tempo si va spegnendo nel nulla. L’asse Gualtieri-Zingaretti con la ‘regia esterna’ di Enrico Letta sta prendendo il sopravvento nella Capitale. La scelta di un candidato ‘terzo’ rispetto a Leodori e D’Amato prende consistenza. Soprattutto le correnti dem romane stanno prendendo il sopravvento rispetto ad Areadem e al cerchio magico di Bruno Astorre. Con buona pace di chi ha puntato a creare un campo largo che andasse da Articolo 1 ai moderati di Forza Italia. Se n’è reso conto lo stesso Claudio Fazzone, che da tempo ha allentato i contatti con l’altra sponda, concentrandosi sugli alleati del centrodestra. Uno spazio nel quale il leader regionale di Forza Italia può assumere un ruolo centrale, potendosi giocare anche la carta di possibile candidato presidente del Lazio. L’incidente rappresentato dalla sentenza del Tar di Latina, l’ombra dei possibili ‘brogli’ e l’oggettiva debolezza di Coletta &C. dovrebbe convincerlo ad abbandonare l’idea di poter governare la seconda città del Lazio con alleati ‘scomodi’. Quella che per qualcuno era apparsa un’opportunità finalizzata alla gestione dei fondi provenienti dal Pnrr si è trasformata in un’autentica ‘mission impossible’. E a differenza della serie di film d’azione di successo, a Latina di figure alla Tom Cruise non se ne vede neanche l’ombra. 

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