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Lazio, agenti aggrediti in carcere: la Penitenziaria pronta a manifestare

Cesidio Vano
L’ultimo episodio è di appena due giorni fa nel Carcere di Cassino
Marzo 3, 2023
Un agente di Polizia Penitenziaria al posto di blocco (foto: Maurizio Brambatti/Ansa)

Troppi episodi nel Lazio di agenti aggrediti in carcere dai detenuti. La polizia penitenziaria proclama lo stato di agitazione ed è pronta allo sciopero.

Le sigle sindacali del comparto, SAPPE, SINAPPE, OSAPP, UILPA, USPP, FNSCISL e FPCGIL, hanno infatti annunciato di voler indire a breve una manifestazione affinché l’Amministrazione Penitenziaria si adoperi a porre fine a tutto questo.

L’ultima aggressione solo 2 giorni fa a Cassino

L’ultimo episodio è di appena due giorni fa nel Carcere di Cassino, dove un agente della Polizia penitenziaria è stato aggredito da un detenuto che si rifiutava di rientrare in cella, ma la lista delle aggressioni ai danni degli agenti di custodia è lunghissima e conta episodi in ogni carcere del Lazio.

Regione Lazio, situazione insostenibile: appello all’Amministrazione

Una situazione pesante per il Corpo – spiega il sindacato – con aggressioni che, negli ultimi tempi, si verificano in misura sempre maggiore”. Le stesse sigle sindacali pongono poi l’accento sulle condizioni in cui si trovano ad operare gli agenti della polizia penitenziaria all’interno degli istituti di pena: con gravissima difficoltà a gestire detenuti sempre più violenti con l’unica soluzione finora trovata dall’Amministrazione penitenziaria di spostare i carcerati più inquieti in giro per le varie carceri. ”Siamo stanchi – dicono dalle rappresentanze sindacali – di vedere i nostri colleghi dover subire danni permanenti, con prognosi che superano anche i 30 giorni senza cure, mentre le Direzioni non riescono nemmeno più a garantire gli accordi sottoscritti per le forti carenze di personale, sempre più in deficit, anche alla luce dei numerosi prepensionamenti avvenuti in questi ultimi mesi e che proseguono per molto tempo visto l’età di servizio e anagrafico della metà dello stesso personale presente in servizio. La situazione e così grave che i turni di servizio durano 16 ore quando va bene con tutte le conseguenze del caso”.

Detenuti violenti e carceri sovraffollate

La situazione di disagio nelle carceri del Lazio è poi rafforzata anche dall’eccessivo affollamento delle strutture di detenzione.
Alla data dello scorso 31 gennaio, i detenuti presenti nelle carceri del Lazio risultavano essere 5.971, a fronte dei 5.290 posti disponibili con un conseguente sovraffollamento del 113%.
Il carcere più sovraffollato, 158% (+14% rispetto a gennaio 2022), è quello di Regina Coeli con 996 detenuti per 628 posti letto con una presenza di detenuti stranieri del 50%, la più alta della Regione – fa notare la FP CGIL Polizia Penitenziaria”.

A seguire il carcere di Latina con un sovraffollamento del 143%, 110 detenuti su 77 posti, che per fortuna, rispetto a gennaio 2022, ha ottenuto un decremento del sovraffollamento di quasi il 20%. Altra situazione critica per quanto riguarda il sovraffollamento, è quella della Casa Circondariale di Civitavecchia nuovo complesso: 486 detenuti su 357 posti, sovraffollamento al 136% e percentuale di stranieri al 49%. Per gli stranieri, altra situazione critica anche nel carcere di Rieti con oltre il 48% di presenze straniere e sovraffollamento al 112%. Situazione molto difficile, anche per il fatto di essere l’istituto penitenziario con più detenuti, è quella della Casa Circondariale di Rebibbia intitolata al Poliziotto Raffaele Cinotti che ospita 1.473 detenuti per 1.173 posti: sovraffollamento oltre il 125% e presenza di detenuti stranieri oltre il 33%. Una attenzione particolare, inoltre, va dedicata anche al carcere di Viterbo anche per la tipologia di detenuti al 41bis e Alta Sicurezza mostra dati allarmanti: 593 detenuti presenti per 440 posti, con sovraffollamento al 135% e 37% di detenuti stranieri”.

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