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L’Arabia Saudita confeziona la prima grande sorpresa: Argentina ko

Roberto Mercaldo
Francia a valanga sui canguri, senza reti si chiudono Danimarca-Tunisia e Polonia-Messico
Novembre 23, 2022
Herve Renard, allenatore saudita

Non sempre occorrono armi per fare una rivoluzione. E non sempre occorre morire per vedere il Paradiso. Per le rivoluzioni e i paradisi calcistici bastano novanta minuti, anzi 109. L’Arabia Saudita ha riscattato le infelici prestazioni delle altre due squadre arabe battendo addirittura l’Argentina, terza favorita del mondiale 2022. L’eroe di giornata si chiama Renard. È un francese alto, biondo e abbronzato, un ibrido tra Indiana Jones e James Bond, ma a differenza di Harrison Ford e Daniel Craig non fa l’attore e non si è mai immaginato esploratore o agente segreto. Quel che esplora in verità è il calcio dei continenti tradizionalmente meno quotati.

In Africa ha colto due successi alla guida dello Zambia nel 2012 e della Costa d’Avorio nel 2015, unico allenatore della storia capace di vincere la Coppa d’Africa con due nazioni diverse. Ora sta cercando gloria come trainer dell’Arabia Saudita e l’avvio del mondiale gli ha già regalato copertine, attenzioni e onori. Opposta all’Argentina di Messi, la sua Arabia Saudita ha infatti confezionato un miracolo calcistico, beffandosi di un gap tecnico palese attraverso un’organizzazione di gioco davvero sorprendente. È accaduto infatti che gli argentini, ottenuto un repentino vantaggio per un abbraccio in area subito da Paredes tradotto in gol dagli 11 metri proprio dal divino Messi, abbiano sottovalutato le insidie della linea alta, altissima, quasi suicida degli arabi. La baldanzosa proposta tattica del tecnico francese ha prodotto… tre gol annullati per fuorigioco agli argentini, poco attenti nel leggere gli spostamenti in avanti dei difensori arabi e perciò sistematicamente attirati nella trappola dell’offside. Un po’ tutti abbiamo pensato che gente come Di Maria o De Paul avrebbe trovato il modo d’innescare Messi e Lautaro senza quei centimetri malandrini e invalidanti. Questo però non è accaduto e dopo 51 minuti le squadre son tornare negli spogliatoi con l’albiceleste avanti di una sola lunghezza. L’impensabile, il paradosso, o se preferite la rivoluzione han fatto capolino in avvio di ripresa. Eh sì: mentre tutti aspettavano l’imbucata vincente dei sudamericani sono arrivati due gol, di pregevole fattura, dell’Arabia Saudita. Perché i giocatori di Renard picchiano, irretiscono e lottano, ma all’occorrenza sanno anche dribblare e calciare verso la porta. Personaggi e interpreti Al Shehri e Al Dawsari, bravi a trovar spazio tra le maglie della difesa argentina e a collocare la sfera dove Emiliano Martinez ha potuto solo guardare. Si era al minuto 51, mancava così tanto che nemmeno il legittimo stupore per quanto stava accadendo poteva incrinare la certezza che alla fine avrebbe comunque vinto l’Argentina. La certezza del 51’ si è però trasformata col passare dei minuti in dubbio e poi addirittura in una pallida e flebile speranza, spazzata via dal vento del deserto, nonostante il supplemento di recupero concesso dall’arbitro Vincic. Ora per l’undici di Scaloni i bonus sono finiti: bisognerà battere Polonia e Messico per evitare un’eliminazione che sarebbe davvero clamorosa.

Polonia e Messico hanno sparato a salve in un confronto diretto che ha visto i centroamericani più vivaci in attacco, ma incapaci di produrre il guizzo giusto. Così, come spesso accade nel calcio, la partita stava per premiare la Polonia sorniona, per mezzo di un calcio di rigore guadagnato da Lewandowski, la cui esecuzione ha però trovato un Ochoa in vena di prodezze. Era finita 0/0 anche la seconda sfida di giornata, tra Danimarca e Tunisia. Gli scandinavi hanno provato a vincerla, ma l’undici africano ha tenuto botta senza affanni e alla fine ha ottenuto un punto meritato, se non altro per l’applicazione e la lucidità tattica, mai venute meno. Dulcis in fundo, la Francia campione in carica. Gli infortuni e le assenze non hanno turbato Deschamps, che non ha ritenuto di dover sostituire nella lista dei 25 Benzema, perso alla vigilia del mondiale. L’ex centrocampista ed allenatore juventino si è… contentato degli altri 24, e nemmeno ha sofferto oltre il lecito quando l’Australia ha firmato il gol del sorprendente vantaggio. Già prima di raggiungere gli spogliatoi per l’intervallo i francesi avevano infatti sistemato le cose, con Rabiot e Giroud. Nella ripresa altre due reti dei galletti, con l’asso Mbappè che ha tirato fuori anche un insolito gol di testa e Giroud che ha firmato la terza doppietta di questo turno inaugurale, dopo Valencia e Saka. Per i transalpini un esordio convincente, in attesa di test più probanti.

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