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La siccità mette la Tuscia in ginocchio. Disposto in molti comuni il razionamento dell’acqua. Torna l’incubo arsenico

Alberto Fraja
14 comuni dei 31 gestiti da Talete, l’azienda che gestisce il servizio idrico, rischiano la turnazione idrica per una popolazione interessata di circa 61.000 abitanti (il 30% degli abitanti totali serviti pari a 213.465).
Giugno 24, 2022

La Tuscia trema. La siccità si è accanita in maniera particolare su questa porzione di territorio laziale. E sono infatti Viterbo e la sua provincia le porzioni di territorio laziali in maggiore difficoltà causa mancanza cronica di acqua. Qui 14 comuni dei 31 gestiti da Talete, l’azienda che gestisce il servizio idrico, rischiano la turnazione idrica per una popolazione interessata di circa 61.000 abitanti (il 30% degli abitanti totali serviti pari a 213.465). Alcune amministrazioni comunali sono già ricorse alle ordinanze per il razionamento dell’acqua e altre potrebbero farlo nelle prossime ore.
Secondo l’ultimo report dell’Osservatorio permanente per gli utilizzi idrici dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale a Viterbo, ”sulla base dei dati pluviometrici disponibili si rileva che le cumulate dell’ultimo anno evidenziano un deficit pari a circa il 40% rispetto alle medie storiche del periodo; tale deficit risulta pari al 60% delle medie storiche del periodo se riferito al primo quadrimestre del 2022’’ si legge Ion un comunicato.
“Allo stato – prosegue la nota dell’Osservatorio – già si registrano significative diminuzioni di portata disponibile sia alle sorgenti di maggiore rilevanza tipo Piancastagnaio e le vene a servizio dei Comuni dell’alto viterbese con deficit di circa il 30% rispetto alle medie storiche del periodo che alle fonti più superficiali, per le quali si registra una generalizzata diminuzione media di oltre il 40% delle portate disponibili, non sempre compensabili con altre fonti, a causa della frammentazione degli abitati e della limitata interconnessione delle reti idriche”.
L’Autorià di Bacino rileva inoltre che “nel territorio dell’ATO1-Viterbo occorre tener presente, altresì, la problematica strutturale legata alla presenza di arsenico e fluoro in molte fonti destinate ad uso potabile, che tende ad aggravarsi in condizioni di minore disponibilità della risorsa e conseguente maggiore stress della stessa per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici”.
“Al fine di mitigare i possibili impatti dovuti ad un probabile deficit della risorsa idrica disponibile nei prossimi mesi estivi – prosegue l’Osservatorio – il gestore del servizio idrico ha programmato interventi emergenziali, quali riduzioni delle pressioni nelle reti, turnazioni ed eventuale utilizzo autobotti ed interventi a medio-lungo termine, quali interconnessioni ed efficientamento delle reti e degli impianti, recupero dispersioni fisiche e di potenziamento delle fonti di approvvigionamento, in particolare nei comuni di Castel Sant’Elia, Soriano nel Cimino e Blera“.

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