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La provincia pontina sogna con Procaccini, ma il centrodestra non ha fretta. Gasparri ribadisce il primato romano sulle scelte

Marco Battistini
Procaccini non si nasconde e ribadisce la sua disponibilità a correre per la Regione, qualora Giorgia Meloni glielo chiedesse.
Novembre 18, 2022
Nicola Procaccini

Nei prossimi giorni entrerà nel vivo la partita interna al centrodestra per la scelta del ‘frontrunner’ destinato a guidare la coalizione in vista delle regionali del 2023. Interlocuzioni che sono ancora a un livello embrionale. Il toto-nomi per il Lazio finora contempla sia civici come il presidente nazionale della Croce Rossa, Francesco Rocca, sia figure politiche, dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli ad altri eletti di Fdi come Chiara Colosimo, Paolo Trancassini, oltre allo stesso Procaccini

PROCACCINI E RAMPELLI IN CAMPO

Procaccini non si nasconde e ribadisce la sua disponibilità a correre per la Regione, qualora Giorgia Meloni glielo chiedesse. “Io auspico che sia un buon candidato. Non è che tutti i candidati civici siano uguali. Ci sono alcuni che hanno già maturato esperienze politiche, come è il caso di Rocca, dopodiché non è detto che sia lui. Potrebbe essere qualcuno già impegnato in una carica elettiva ma sapremo tra qualche giorno. Per me -ha affermato Procaccini– la priorità è che sia buon candidato sia in termini di capacità attrattiva che amministrativa. Perché questa Regione è stata a lungo disamministrata”. 

A chi gli chiede un giudizio sull’operato dell’amministrazione uscente della Regione Lazio, l’europarlamentare di Fratelli d’Italia risponde: “Il bilancio dell’era Zingaretti è sotto occhi di tutti, è stata sacrificata la Regione Lazio al suo percorso politico e di conseguenza tutto si è fermato per anni. Sul piano infrastrutturale, sfido chiunque a ricordare una infrastruttura realizzata da Zingaretti. Tutto fermo anche sotto il profilo della sanità, sbandierata come un successo dell’amministrazione Zingaretti quando invece si sono chiusi ospedali, è stata ridotta l’offerta medica ed è scesa l’aspettativa di vita. Una cosa impressionante”.

In sostanza l’europarlamentare fa capire che il tempo delle scelte deve ancora arrivare e non sarà questione di ore. “Il centrodestra è stato giustamente impegnato nella composizione del governo e delle commissioni parlamentari: ha compiuto tutti i primi passi, complicati e decisivi, per far partire l’azione del governo in un momento caratterizzato da molte emergenze, dalle bollette alla legge di bilancio, che doveva essere pronta un mese fa ma, causa elezioni, è slittata”. “Il ragionamento sulle candidature per le regionali – prosegue l’eurodeputato del Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei – non è ancora iniziato per queste ragioni, che sono chiarissime a tutti. A breve si comincerà a lavorare sul candidato unitario del centrodestra: c’è una sorta di tacito accordo secondo il quale dovrebbe essere Fdi a fare la proposta agli alleati della coalizione. Dopodiché lì inizierà il lavoro per arrivare alla candidatura migliore”.

Non è stato da meno il vicepresidente della Camera dei deputati, Fabio Rampelli, tornato a ribadire la propria disponibilità a candidarsi alla presidenza della Regione Lazio. “Qui c’è un equivoco di fondo: le auto candidature non funzionano da nessuna parte e nemmeno nel centrodestra. In una intervista alcuni giorni fa mi è stato chiesto se ci fosse la mia disponibilità ma io da buon soldato, come sempre, mi sono messo a disposizione della mia comunità, del mio partito e della mia coalizione. Quindi se ci fosse una chiamata da parte di Giorgia Meloni non potrei sottrarmi anche se io oggi sono il vice presidente vicario della Camera dei deputati”. Fabio Rampelli ha approfittato della vetrina concessagli da L’aria che tira su La7, per sottolineare la propria posizione e rispondere ad una domanda su una sua possibile discesa in campo per la Regione Lazio, visto che dai sondaggi mostrati in trasmissione la sua candidatura era vincente su quella di Alessio D’Amato

FRATELLI D’ITALIA ‘AVVERTITA’

Ad ogni modo oggi è prevista una riunione dei quadri locali di Fratelli d’Italia per cominciare a stringere sul dossier del candidato nella Regione Lazio. Nei giorni successivi sarà il partito a livello nazionale ad occuparsi della questione. L’accordo nel centrodestra e’ stato siglato da tempo: spetta a FdI indicare chi si iscriverà alla corsa per il dopo-Zingaretti. Ciò nonostante arriva da Forza Italia la richiesta di un candidato riconoscibile sul territorio. “Mancano un paio di mesi alle regionali del Lazio. Il centrodestra dovrà essere ovviamente coeso e unito. Ma deve anche confrontarsi. Tutti conosciamo i numeri e le previsioni. Il realismo deve essere una regola ampiamente condivisa. Ma anche il rispetto. È necessario l’incontro per definire le candidature con la consapevolezza, che al di là dei pesi e dei contrappesi, servono candidati ben riconoscibili, soprattutto per il vasto elettorato di Roma. Che possano essere individuati in ciascuno dei partiti che formano la coalizione. Privilegiando soluzioni politiche ed evitando errori del passato”. Maurizio Gasparri chiede un confronto senza pregiudizi. “Non si potrebbe più accettare -ha avvertito- quello che fu imposto alle elezioni comunali di un anno fa. Guardiamoci in faccia, cerchiamo in ogni ambito le soluzioni più indicate, senza pregiudizi e senza atti di presunzione. E ricordiamoci che in pochi giorni bisogna rivolgersi a una pubblica opinione che, soprattutto nella Capitale, non avrebbe il tempo di valutare esperimenti o azzardi. E su questo tutte le formazioni politiche hanno la loro da dire, all’insegna della riconoscibilità e della scelta politica”. 

Ma su questo punto c’è sintonia assoluta nel centrodestra. Salti nel buio, soprattutto in piena ‘luna di miele’ fra Meloni e gli elettori, sarebbero delittuosi.

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