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La nuova frontiera del femminismo: la navicella a forma di vulva. “I missili attuali sono sessisti”

Alberto Fraja
Secondo Wer braucht feminismus, un sodalizio di femministe belle toste, di quelle testosteroniche, sarebbe giunto il momento storico di portare l’uguaglianza tra i sessi anche tra le stelle.
Marzo 12, 2022
navicella vulva femminismo
Il rendering della "vulva spaceship"

Le femministe vogliono la parità di genere anche tra le stelle. E visto che ci siamo, magari anche le quote rosa su Marte o sul prossimo pianeta sul quale ballonzoleremo come Neil Armstrong sulla luna. Voi credete che io stia celiando. Vi sbagliate delle grosse. Sentite questa. Secondo Wer braucht feminismus, un sodalizio di femministe belle toste, di quelle testosteroniche, sarebbe giunto il momento storico di portare l’uguaglianza tra i sessi anche tra le stelle. Come? Facendola finita col costruire missili falliformi.
“La nostra visione – scrivono le teutoniche Erinni sul loro sito – è che un giorno la discriminazione di genere non sarà più un problema su questo pianeta” ed evidentemente anche nella dimensione intergalattica. “Ciò non vale solo sulla terra ma anche nello spazio” . La soluzione? Ce l’ha in tasca la dottoressa Lucia Hartmann, astrofisica e direttrice del Wbf Aeronautics. La quale si dice convinta della possibilità di realizzare un vettore spaziale a forma di vulva femminile.

“Sarebbe un simbolo di maggiore diversità nello spazio” proclama la scienziata”. Insomma, un veicolo che abbia le sembianze dell’insieme degli organi genitali femminili esterni collocati al di sotto il monte di Venere (fonte Wikipedia), per Frau Hartmann rappresenterebbe l’assunto che “lo spazio è di tutti”. Scientificamente, l’equipe guidata dalla dottoressa Hartmann avrebbe dimostrato, contro i pregiudizi degli astrofisici fallocratici, che “un veicolo spaziale che differisce dalle forme tradizionali è più aerodinamico e genera meno resistenza”. Sarà. Come che sia, la questione della navicella-vulba solleva qualche interrogativo. Per esempio: chi verrà destinato ai comandi di essa? Solo donne? E se uomini saranno ammessi solo quelli dichiaratamente gay? E se per caso chiedesse un passaggio un genderqueer? Quali ”attributi” dovrebbe mostrare per poter salire a bordo? Tornando sulla terra ma soprattutto a fare i seri: siamo proprio sicuri che per risolvere le discriminazioni di genere si debba ricorrere a queste sciocchezze? Le donne realmente in difficoltà saranno senz’altro grate alle loro compagne di genere tedesche di questa balla spaziale.

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