La paura di rimanere fuori dal Consiglio regionale serpeggia nel Pd pontino. I rumors delle ultime ore, basate soprattutto sui sondaggi, sembrano aver prodotto ulteriori preoccupazioni in casa dem. Il rischio che si profila è quello di non esprimere neanche un esponente per via della Pisana. La performance del partito a livello provinciale potrebbe essere inferiore a tutte le altre realtà del Lazio.
PD PONTINO SENZA ELETTI?
Nonostante Salvatore La Penna sia ben quotato in termini di preferenze personali e destinato a vincere la gara interna, con l’assessore Enrica Onorati seconda della lista, i conti sembrerebbero non tornare. Persino il M5S sembra avere più chance di strappare un eletto in chiave locale. Una crisi sempre più irreversibile quella che starebbe per colpire il principale partito del centrosinistra, alle prese con le regionali in piena campagna per le primarie nazionali. E dire che il quadro regionale risente poi di una divisione netta fra correnti, solitamente abituate a giochi per i posti di potere e sottopotere.
Da qui a poche settimane le poltrone diminuiranno sensibilmente ed è facile pensare ad una fuga di massa, almeno in ambito pontino. Quanto alle dinamiche interne si preannunciano notevoli difficoltà per l’asse i seguaci di Zingaretti e per quelli di Areadem. Fanno riferimento al segretario regionale Bruno Astorre, dividono i loro voti maschili tra Daniele Leodori e Massimiliano Valeriani, mentre quelli femminili sono quasi tutti su Emanuela Droghei: un tempo assessora a Ostia, poi capo staff dello stesso Leodori in Regione, vicina alla deputata Michela Di Biase. Sulla sua figura stanno convergendo i voti anche di una parte degli zingarettiani, tanto che più di un consigliere capitolino si sta adoperando per lei in ticket con Valeriani. C’è anche chi resta “fedele” al ticket ufficiale, quello tra l’assessore all’urbanistica e Michela Califano: tra loro sicuramente Alemanni, Parrucci e Zannola.
A conti fatti Astorre deve affrontare il momento più difficile della propria segreteria: la sfida lanciata da Mancini lo vede in posizione sfavorevole. La sensazione è che entro fine febbraio ci sarà un regolamento di conti complessivo che ridisegnerà gli equilibri interni del Pd regionale.
MARIJUANA E REDDITO PER TUTTI
La sinistra è sempre avanti. Anche troppo. Dal candidato Claudio Marotta (Verdi e Sinistra) arriva la proposta di liberalizzare la marijuana nel Lazio. Puntando all’esempio dello Stato di New York. “Proponiamo la liberalizzazione della marijuana nel Lazio perché quando parliamo di proposte radicali dobbiamo fare i conti con la società che cambia -ha affermato Marotta– sosteniamo non solo la legalizzazione ma anche la liberalizzazione a scopo farmaceutico e per uso ludico- ha aggiunto Marotta- Non è una proposta da estremisti ma semplicemente prendere atto di come cambia la società e sapere che nello stato di New York dal 2021 la cannabis è liberalizzata anche per uso ludico.
In questo modo si possono contrastare anche le narcomafie, che guadagnano 6,5 miliardi di euro l’anno dalla vendita della cannabis”. Una proposta che in fin dei conti potrebbe anche trovare settori di altri schieramenti disponibili ad un confronto. Poi però c’è la parte assistenzialista che smaschera le intenzioni di fondo di questa coalizione: lo statalismo. Ed arriva dallo stesso Marotta la proposta del reddito di formazione: “Una proposta per noi importante è quella del reddito per il cittadino in formazione: 800 euro al mese per tutti i ragazzi dai 18 ai 35 anni, che decideranno di investire il tempo per accrescere la loro formazione professionale e culturale e sviluppare così nuove opportunità per il proprio futuro”. Già bocciato in partenza.