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La cena da Giorgia: test di maturità per una manovra… senza spazi. Lo strano caso del centrodestra: a Cassino, Veroli e Isola del Liri si proverà a vincere?

Licandro Licantropo
Settembre 6, 2023
Fonte: Facebook/Giorgia Meloni

Ieri sera la cena a Palazzo Brancaccio a Roma “per serrare i ranghi”. Padrona di casa, neppure a dirlo, il presidente del consiglio Giorgia Meloni. Presenti ministri, sottosegretari, deputati e senatori di Fratelli d’Italia. Si sono ritrovati tutti in una location mozzafiato, con gli splendidi saloni affacciati su via Merulana. Parola d’ordine: massima compattezza in vista di una manovra che richiederà “senso di responsabilità” in quantità industriale. Visto che le richieste dei partiti ammontano a 40 miliardi di euro, ma a disposizione ce ne sono soltanto 8,5. Inoltre c’è la spesa per il Superbonus: se Eurostat confermerà l’indicazione di calcolarla tutta nelle spese dell’anno nel quale c’è la maturazione del diritto (piuttosto che prevederla su quattro o dieci anni), allora il deficit programmato potrebbe schizzare alle stelle. Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha chiesto ad Eurostat di decidere presto, individuando un deficit programmato al 4,5%. Oggi pomeriggio sempre Giorgia Meloni riceverà i capigruppo della coalizione a Palazzo Chigi.

Non c’è tanto da scherzare: la Manovra 2024 non consentirà chissà quali spazi di manovra, dunque la coperta sarà corta. E’ fondamentale evitare polemiche contro gli alleati per cercare di aumentare il consenso elettorale. C’è l’asse di ferro tra Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti. Adesso si aspetta la prova di maturità dei partiti, dei ministri e dei parlamentari.
Inoltre c’è un altro obiettivo sul quale lavorare. Quale? Abbassare la soglia di sbarramento della legge elettorale per le europee dal 4% al 3%. L’iniziativa è stata presa dal centrodestra al Senato e si può fare. In molti Paesi europei vige un limite simbolico tra l’1% e il 2%. In altri invece c’è un proporzionale puro, senza asticelle. Naturalmente ci sono pure delle motivazioni e dei riflessi politici in un’operazione del genere. Intanto, guardando ai sondaggi che circolano, si metterebbe in sicurezza Forza Italia. In secondo luogo festeggerebbero la Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni e i Verdi di Angelo Bonelli. A discapito del Pd naturalmente, che farebbe più fatica in un eventuale appello al voto utile. Le elezioni europee sono la preoccupazione maggiore di tutti i leader politici e ne vedremo delle belle. Siamo soltanto all’inizio.

Sono tornati i sondaggi di Swg per La7. Erano molto attesi perché gli ultimi risalivano al 31 luglio. I partiti del centrodestra scendono. Fratelli d’Italia fa segnare un -1,2% ma è comunque primo con il 28,2%. La Lega si attesta al 9,4% (-0,3%), Forza Italia scende al 6,4% (-0,8%). Il Pd guadagna lo 0,1% ed è al 20,1%. Movimento Cinque Stelle al 16,9% (+0,6%). Per concludere il quadro, Azione al 3,5% (+0,1%), Verdi e Sinistra al 3,3% (+0,3%). Sono dati che in questo momento servono a capire soprattutto quale potrebbe essere il trend futuro, sia nel breve che nel medio periodo. Considerando che la Manovra di bilancio sta già determinando uno scontro senza esclusione di colpi tra il Governo e il Movimento Cinque Stelle. Per via degli effetti del Superbonus.

Intanto Matteo Renzi ha annunciato la sua scelta di volersi candidare proprio alle europee con il brand “Il Centro”. Si tratta di una decisione che fa calare definitivamente il sipario sul Terzo Polo. Carlo Calenda, leader di Azione, ha commentato: “Buona strada, qualunque cosa sia”. Renzi, come al solito, ha puntato in alto: intende rivolgersi ai delusi del Partito Democratico e di Forza Italia e guarda all’esperienza politica di Macron. Ormai in Italia non si contano più da anni i tentativi di resuscitare il Centro, nelle forme più svariate. Risultati apprezzabili non si sono visti: il sistema politico italiano è bipolare nella percezione degli elettori più che nelle intenzioni dei leader politici. Ma è bipolare. O tripolare nel momento in cui il Movimento Cinque Stelle era stabilmente sopra il 20%. Le elezioni europee saranno un test importante sia per i partiti di maggioranza che per quelli di opposizione. Tutto il resto conta poco.

In Ciociaria, come Politica7 ha avuto modo di anticipare più volte, i partiti difficilmente toccheranno palla per quanto riguarda le candidature alle europee. E’ una competizione cruciale per i leader e quindi saranno i big nazionali a misurarsi nelle diverse circoscrizioni. Sarà difficilissimo per tutti provare ad inserirsi. Ci sono però le comunali, dove finora il grande assente è il centrodestra inteso proprio come coalizione composta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati e liste civiche. Ci sarà un candidato sindaco unitario a Cassino (seconda città della provincia), a Veroli e a Isola del Liri? Oppure si farà beatamente finta di nulla ed esattamente come successo a Ferentino ognuno piazzerà i propri candidati dove ritiene più opportuno guardando soltanto ai gruppi consiliari? Anche perché ci sono situazione, come quella di Alatri, dove non si arriva ad alcun chiarimento. In questo modo le spaccature si allargano e ogni giorno che passa diventa più complicato cercare di ricucire. Dopo le vittorie alle politiche e alle regionali del Lazio il percorso doveva essere in discesa per il centrodestra anche in provincia di Frosinone. Così non è stato e sorprende che nessuno provi ad intervenire o perlomeno a convocare una riunione. A Cassino, Veroli e Isola del Liri si potrebbe provare a competere e perfino a vincere.

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