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Jannik Sinner, decimo titolo ATP a Vienna: Medvedev deve inchinarsi per la seconda volta

Roberto Mercaldo
Ottobre 30, 2023

Diventa complessa la ricerca degli aggettivi. Jannik Sinner a Vienna non ha neanche esultato, quando la risposta di Medvedev è finita in corridoio decretando il 6/3 del terzo set e il suo decimo titolo ATP.
Quasi tre ore di lotta aspra di bordate da fondo alla ricerca di angoli impossibili, perché solo i colpi straordinari dell’altro possono mandare fuori giri Sinner e Medvedev. Quando si viaggia a velocità di crociera, sembra di essere in un videogioco “livello 1”, quello in cui l’errore non è contemplato.
E allora serve il colpo devastante, dopo una serie di colpi a velocità comunque sostenuta.
Sinner ha vinto battendo Medvedev sul suo terreno, che è quello della regolarità. Si pensava dovesse osare con un serve and volley frequente per rompere gli schemi al granitico ragazzo di Mosca e invece Jannik ha voluto dimostrare, a se stesso prima ancora che agli altri, di essere in grado di vincere anche sul piano della resistenza fisica.
E a fine terzo set sulle gambe era il moscovita, al contrario di quel che era accaduto nei precedenti confronti.
Nel primo set Sinner ha chiesto ed ottenuto aiuto al servizio, cancellando con prime vincenti alcune opportunità che l’avversario si era procurato con la consueta caparbietà.
Nel secondo, l’unico passaggio a vuoto di Jannik, precipitato 2/5 con doppio break, ma capace di risalire fino ad insidiare il parziale, prima della resa al decimo gioco. Il terzo set, dopo un game infinito grazie al quale Sinner si è portato sul 3/1, è stato momentaneamente riaperto dal controbreak perfino rapido di Medvedev, ma poi l’altoatesino ha incredibilmente alzato il livello, proprio mentre i ritmi esasperati stavano presentando il conto al suo avversario. E allora, eccolo confezionato il successo perfetto, quello che alza, e non di poco, l’autostima.

SINNER STA RISCRIVENDO LA STORIA: I NUMERI

Con il successo di Vienna Sinner, a 22 anni e due mesi, ha già vinto il decimo titolo ATP: un 1000, tre 500 e sei 250 sono già finiti nella bacheca del ragazzo di San Candido.
Dopo essere stato il più precoce vincitore italiano di un titolo ATP, il primo a raggiungere i quarti di uno slam a 20 anni ed avere stabilito tutti i record nazionali di precocità, ora Jannik alza la barra e vira verso record assoluti.
È il primo italiano dell’era Open a raggiungere i 5000 punti nel ranking ATP, ha già tagliato il traguardo della seconda qualificazione alle Finals (nel 2021 fu riserva e poi giocò per l’infortunio di Matteo Berrettini) ed è il primo a vincere 55 partite in un anno (terza stagione di fila oltre le 45 vittorie).
In stagione ha vinto 56 partite su 70, con una media dell’80%, in carriera ha 182 vittorie e 73 sconfitte, per un 71,37% che lo colloca al diciannovesimo posto di sempre nella classifica all time dell’era Open, subito alle spalle di Juan Martin Del Potro (domani su Politica7 la classifica dei primi trenta aggiornata dopo il torneo di Vienna).
Quel che stupisce e desta ammirazione è la tranquillità con la quale Jannik taglia questi traguardi.
Dietro la sua umiltà e il suo sorriso da ragazzo perbene c’è una feroce volontà di migliorare in tutti quei dettagli delle dinamiche di gioco in cui c’è ancora un certo margine.
L’obiettivo non è per nulla segreto e Sinner lo indicò già nel 2020: la prima posizione del ranking mondiale. La strada è lunga, ma le qualità ci sono tutte.

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