Ancora un esame superato per il sempre più sorprendente Frosinone di mister Di Francesco , che liquida il Verona e si consolida nella colonna sinistra della graduatoria. Inimmaginabile ma vero, perché i Giallazzurri giocano un gran calcio e meritano quel che stanno raccogliendo.
LA CRONACA – Di Francesco lo aveva fatto capire già in conferenza pre-gara e all’annuncio delle formazioni arriva la conferma: per la prima volta c’è Reinier nell’undici di partenza. La difesa è a quattro, con Oyono, Okoli, Monterisi e Marchizza; centrocampo con Garritano, Barrenechea e Mazzitelli, con Reinier e Soulè a supportare la prima punta Cheddira.
Al 3’, su un calcio di punizione spedito a centro area da Reinier, Monterisi ha sulla testa il pallone del vantaggio, ma la sua coordinazione non è da manuale e così il Verona ne esce indenne.
All’8’ Soulè tenta la sorte su punizione da 35 metri, ma i giri della sfera non sono quelli giusti.
Gli scaligeri col passare dei minuti riescono a leggere meglio le trame canarine e cominciano a proporsi in avanti, creando un paio di situazioni che la retroguardia ciociara sbroglia con un certo affanno.
Il Frosinone si rivede in avanti al 32’ grazie a Soulè, che con un’azione personale semina il panico tra i difensori veronesi ma calcia alto. Due minuti più tardi la replica, ancor più sontuosa, con i veronesi che sembrano birilli e il talentuoso trequartista argentino (per ora…) che stavolta calcia a fil di palo. Il legno dice di no, elevando l’ingiustizia al rango di sovrana, ma da tutti i settori dello Stirpe scrosciano applausi ammirati.
La replica scaligera al 42’ e a firma di Ngonge, sulla cui conclusione arriva provvidenziale la deviazione di Okoli.
Al 44’ ospiti vicinissimi al gol del vantaggio: su un corner, Forolunso svetta di testa e sfiora il palo alla destra di Turati.
Mortifera la replica canarina, con Cheddira che calcia da posizione defilata e colpisce il palo. La sfera finisce sui piedi di Renier, che imbuca come fosse su un campo da golf.
Lo Stirpe impazzisce di gioia.
E per poco il Frosinone non va al raddoppio, su assist di Soulè per Cheddira, contrati al momento della conclusione.
SECONDO TEMPO – Il Verona non ci sta e minaccia la porta di Turati in due occasioni, con un tiro di Ngonge che apre troppo l’angolo e con un colpo di testa di Terracciano che fa trattenere il fiato alla Nord.
Torna a ruggire il leone ciociaro, e lo fa con un’azione perfetta che chiama alla conclusione Cheddira, ma la mira è perfettibile e il punteggio resta in bilico.
Al 20’ Matias Soulè colpisce il secondo palo di giornata, con un tocco raffinato che avrebbe meritato miglior sorte. È un messaggio cifrato al super talento giallazzurro, la dea del calcio ricorda che a volte anche i fenomeni debbono brandir la sciabola e non il fioretto.
E allora, con furia guerriera il prode Matias va a raccogliere il cross perfetto di Marchizza e inzucca alle spalle di Montipò.
I teoremi balzani del calcio: fenomeno con i piedi, segna solo di testa.
La Nord gli dedica cori personalizzati, i veronesi si dimandano come si faccia a sottrargli il pallone.
In un clima da Saturnali la partita prosegue. Cheddira vorrebbe timbrare il cartellino del gol, il Verona vorrebbe riaprirla.
Tra i due propositi trova soddisfazione il secondo, perché Djuruc, lungo come una giornata senza sole, fa gol di testa al 4’ di recupero. E allora si soffre, perché il calcio è sofferenza, speranza, sorriso.
Sorride il leone al minuto 97, con supplemento di sofferenza, per una mischia da valutare in sala Var. Terza vittoria casalinga per il Frosinone. Se è un sogno, non svegliateci.