Non solo Jannik Sinner. Il rivitalizzato tennis italiano cerca gloria sui campi di tutta Europa anche in questa settimana che precede il 1000 di Madrid e snoda il proprio programma maschile tra il 500 di Barcellona e i 250 di Bucarest e Monaco. Le donne sono invece impegnate a Rouen e Stoccarda, in entrambi i casi tornei su campi coperti in terra battuta.
Le precoci uscite di scena di Musetti e Sonego e in misura minore anche quelle di Cobolli e Darderi hanno lasciato un po’ di amaro in bocca negli appassionati che hanno a cuore il tricolore. Il compito di difendere l’onore italico è così rimasto in esclusiva, per quanto concerne gli uomini, sulle spalle di Matteo Arnaldi, il sanremese che cerca di spostare l’orizzonte della propria ambizione, scoprendosi giorno per giorno, a volte sparacchiando un po’, tra un doppio fallo di troppo e un dritto affossato a metà rete, perché quello è un momento un po’ così… Quel che piace di questo ragazzo, fisico non proprio erculeo, sguardo furbo e braccio veloce, è l’impudenza con la quale accetta le sfide. Fosse anche a giocatori messi molto meglio di lui in classifica. E può capitargli di rimontare dal 3/6 del tiebreak di un secondo parziale che sembra assegnare a Baez, quasi 20 posti avanti a lui, set e partita. E invece il vivace Matteo risorge e porta il match al terzo, un terzo dominato in lungo e in largo. E così, è del tutto normale poi maltrattare il malcapitato Trungelliti, uscito dalle qualificazioni così esaltato e convinto da passare pure due turni del tabellone principale, uno dei quali con il gigante Jarry.
Oggi Matteo ha incontrato resistenza solo nella parte iniziale del confronto (3-3), poi ha innestato una marcia elevata, lasciando a Trungelliti le briciole, ma anche la consapevolezza di un ottavo di finale di un 500, che per il numero 190 del mondo non è cosa risibile.
Ora per Arnaldi c’è la sfida a Ruud, il norvegese che sulla terra battuta ha colto risultati di enorme prestigio. C’è però il precedente di Madrid del 2023, quando il sanremese riuscì ad imporsi con un 6/3 6/4 piuttosto eloquente.
Veleggia col vento in poppa anche la nostra atleta col miglior ranking WTA, Jasmine Paolini, che si è presa lo scalpo illustre di Ons Jabeur, al termine di un match abbastanza complesso, come del resto prevedibile, in considerazione del valore dell’avversaria. Jasmine ha avuto un eccellente avvio di match (3-3), ma la replica della tunisina ha prodotto l’aggancio e così la prima frazione ha avuto quale epilogo un tiebreak infinito, che ha premiato la nostra portacolori, un inno alla tenacia cantato su non troppi centimetri ma su una sterminata sagacia tattica.
Domani compito severissimo, leggi Elena Rybakina, la principessa diafana naturalizzata kazaka, uscita dalla buca dopo un secondo set disastroso (1/6) contro la Kudermetova, ondivaga nei percorsi della concentrazione.
In serata toccherà anche a Martina Trevisan, che dopo essersi sbarazzata di Naomi Osaka, ancora parecchio fallosa rispetto alla sua antica velocità di crociera, dovrà vedersela con l’ucraina Kalinina, giocatrice capace di picchi di rendimento significativi, specie sul mattone tritato.
