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Giro d’Italia: Primoz Roglic si aggiudica la maglia rosa. Allo sloveno un’edizione nel segno dell’equilibrio

Roberto Mercaldo
Lo sloveno fa sua la crono decisiva e impedisce a Thomas di vincere la corsa rosa a 37 anni. Quarto posto per il nostro Caruso
Maggio 29, 2023
Primoz Roglic

La corsa rosa è finita, con arrivo a Roma in luogo di quello tradizionale a Milano. Ha vinto Primoz Roglic, esperto sloveno che ha dipinto nella cronoscalata di Monte Lussari un capolavoro di forza e tenacia. Bersagliato dalla malasorte, sotto forma di un guasto meccanico nel momento del massimo sforzo, Roglic ha reagito da campione, rilanciando l’azione e prendendosi quel successo che sentiva suo, per averlo inseguito anche adesso che le energie e la gamba non sono quelle degli anni d’oro.

Non è stato un giro per giovani, sebbene Almeida, terzo classificato e vincitore della maglia bianca, sia un nome relativamente nuovo per le corse da tre settimane. Il duello tra gli stagionati Roglic e Thomas si è infiammato soprattutto nella terza settimana, quando la corsa ha smesso di essere una partita a scacchi e ha chiamato gli interpreti al confronto diretto sulle strade alpine.

Il solo che non abbia mai accusato una giornata di crisi è stato Thomas, ma questo non gli è bastato per l’incoronazione romana. L’acuto di Roglic sui 19 km della cronoscalata ha spostato gli equilibri in suo favore, regalandogli quello che probabilmente sarà per lui l’ultimo grande Giro. Almeida avrà tempo e modo di rifarsi. Sulle montagne ha dato battaglia, ma ancora non dispone del cambio di passo indispensabile per fare la differenza.

Quarto è arrivato Damiano Caruso, dopo il secondo posto del 2022. Per il siciliano la perentoria conferma di essere tra i grandi. Probabile che concluda la carriera senza un successo rosa, ma tra i primi dieci della classifica finale, quale che sia il campo dei partecipanti, il suo nome lo leggeremo spesso.

MILAN, UN NOME NUOVO PER LO SPRINT MONDIALE

Cos’altro ha detto il Giro, nella sua edizione numero 106? Purtroppo ha fatto registrare un numero molto elevato di ritiri, anche tra i possibili candidati alla maglia rosa, primo fra tutti Evenepoel. Appena dietro l’aspirante nuovo cannibale belga, ecco Geoghegan Hart e Vlasic, altre vittime illustri di quei giorni terribili intorno a metà gara.

Sebbene abbia limitato il suo bottino ad una sola vittoria, si è segnalato tra i possibili grandi delle volate il gigante Jonathan Milan, che ha collezionato ben quattro secondi posti e alla fine si è preso la maglia ciclamino. In un paio di occasioni Milan ha perso per pochi millimetri, dopo essersi reso protagonista di accelerazioni davvero straordinarie negli ultimi duecento metri. La potenza del ragazzo, olimpionico di Tokyo nell’inseguimento a squadre, è davvero impressionante, e non si va distante dal vero se si afferma che Guidone Bontempi e Mario Cipollini possano aver finalmente trovato il loro degno erede.

Un altro giovane italiano si è messo in luce, vincendo una tappa e chiudendo con una classifica finale più che dignitosa: è il campione italiano Filippo Zana, 24enne di Thiene, che dopo l’exploit nella gara tricolore si è preso il lusso di tagliare per primo il traguardo nella Oderzo-Val di Zoldo. Se negli anni a venire potrà anche lui battagliare per la rosa finale, non ci è dato dirlo. Però la sensazione che lascia è ampiamente positiva. Ha voglia, gambe e un certo estro. Va rivisto con grande interesse.

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