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Giochi spericolati. Il DNA del centrodestra è sempre stato politico, al comune di Frosinone qualcuno sembra averlo dimenticato.

Licandro Licantropo
Luglio 29, 2023
Il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli insieme al maestro Maurizio Turriziani durante la serata finale del Festival nazionale dei Conservatori

Il dna del centrodestra è sempre stato politico. Dal giorno della celebre discesa in campo di Silvio Berlusconi ad oggi. Per decenni il partito di maggioranza è stato Forza Italia, poi per un breve periodo è toccato alla Lega, quindi dal settembre 2022 al volante c’è Fratelli d’Italia. Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini, Rocco Buttiglione, Umberto Bossi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno in comune proprio il fatto di mettere la politica al primo posto. Anche alle regionali e alle comunali il tratto politico è sempre stato evidente e predominante. A febbraio nel Lazio Francesco Rocca ha stravinto grazie ad una coalizione trainata da Fratelli d’Italia, con Lega, Forza Italia e Noi Moderati a dare il loro importante contributo.
Al Comune di Frosinone un anno fa Riccardo Mastrangeli è diventato sindaco al ballottaggio, dopo una campagna elettorale caratterizzata dall’unità del centrodestra, sulla quale nei mesi precedenti in pochi avrebbero scommesso. Specialmente dopo che l’allora sindaco Nicola Ottaviani (coordinatore provinciale della Lega) aveva estromesso dalla giunta Fabio Tagliaferri (Fratelli d’Italia), accontentando il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli che, lo sapevano tutti, si sarebbe schierato con il centrosinistra. Paolo Trancassini, Massimo Ruspandini e Fabio Tagliaferri hanno fatto prevalere il ragionamento politico e il senso di responsabilità. Mastrangeli ha vinto con i tre partiti del centrodestra nella stessa coalizione. Il contributo delle liste civiche è stato determinante, ma il dato politico riconduce all’unità del centrodestra.
A dodici mesi di distanza cosa può essere successo per mandare tutto all’aria? Andare ad elezioni anticipate sarebbe un autogol clamoroso, ma chi oggi è in grado di ricomporre i cocci? Soltanto il sindaco Riccardo Mastrangeli.
Che ha dalla sua una serenità forse addirittura esagerata. E che non dà troppa importanza alle tanti manovre che tendono a depotenziarlo. Dalle quali, guarda caso, vanno esclusi quelli che sono diventati i suoi alleati più affidabili: il gruppo di Fratelli d’Italia e il duo Vicano-Sardellitti.

RIMETTERE LA CHIESA AL CENTRO DEL VILLAGGIO

Mastrangeli deve come disse una volta l’ex allenatore della Roma, Rudi Garcia, affidandosi ad un vecchio detto francese, rimettere la chiesa al centro del villaggio” ripristinando e valorizzando la verità storica di un successo che è stato politico e trovando equilibri di garanzia per i partiti e per le liste civiche. Nulla è intoccabile e immutabile, neppure il programma su piste ciclabili e Brt. Dire che fanno parte del programma da tempo è vero, ma se ci si accorge nella fase esecutiva che un progetto può creare più problemi che benefici a quartieri, cittadini e commercianti, perché non provare a cambiarlo? Non è lesa maestà (piste ciclabili e mobilità alternativa sono il futuro ma certe visioni di “futuro” non possono essere calate “sic e simpliciter” ovunque) ma pragmatismo e capacità di adattarsi alle situazioni nuove. Sarebbe però sbagliato limitare la riflessione soltanto al Comune di Frosinone. Ad Alatri sindaco e alleati hanno attaccato frontalmente Fratelli d’Italia. Alla Provincia e alla Saf la Lega ha provato delle fughe in avanti che non hanno prodotto i risultati sperati. A Cassino si sta cercando di applicare lo stesso schema pur di non fare la cosa più logica: dare a Fratelli d’Italia (primo partito in Italia dappertutto) l’iniziativa politica. C’è evidentemente una strategia della Lega guidata da Nicola Ottaviani. Che non lavora nè per il successo di Mastrangeli (quanti fedelissimi dell’ex sindaco c’erano ieri sera alla finalissima del Festival dei Conservatori? Nessuno) nè per quello della coalizione che non solo non lo riconosce come leader ma nemmeno come interlocutore affidabile. Se davvero al Comune di Frosinone dovesse esserci l’interruzione anticipata della consiliatura, per il centrodestra sarebbe un fallimento. Impossibile pensare che alle successive elezioni il quadro sarebbe ancora una volta unitario. Ecco quindi la necessità di ritrovare una maggioranza che forse andrebbe più coinvolta e “coccolata”. Non è mai successo in un anno. Alla fine in aula votano i consiglieri. Ai partiti va riconosciuto un ruolo, altrimenti come si può pensare di proseguire per l’intera consiliatura?
E’ stato sbagliato inoltre confondere quanto accade nei Comuni o alla Regione (dove votano i cittadini) con quello che succede negli enti intermedi come la Provincia e la Saf (dove votano consiglieri e sindaci). E’ stata la Lega a dire no  ad una soluzione condivisa per garantire il governo di una società che si occupa di trattamento dei rifiuti. Non si può parlare di inciucio e trasferire i toni da campagna elettorale nei Comuni. Però è successo esattamente questo: a Frosinone, Alatri, Cassino, ovunque. Il centrodestra ha la sua forza nella caratterizzazione politica. Se si dimentica questo, allora significa aver smarrito il sentiero.