Un allenamento a porte aperte per ricevere l’abbraccio dei tifosi. Sarà fondamentale remare tutti dalla stessa parte, senza mugugni, incomprensioni, teorie complottiste e affini. E allora, nel primo pomeriggio di oggi, il Frosinone si è mostrato a tifosi e addetti ai lavori nell’allenamento pomeridiano allo Stirpe. L’abbraccio dei 2300 tifosi accorsi a popolare gli spalti è sintomatico di come la città si stringa intorno ai propri beniamini, attesi alla volata finale e per la prima volta concretamente impegnati nella corsa salvezza. L’ultimo turno ha consentito ai giallazzurri di riagganciare l’Empoli sul quartultimo gradino, ora condiviso. Dietro sono rimasti il Sassuolo e, a distanza ormai siderale e praticamente spacciata, la Salernitana. Altre sono lì, a un dipresso, parimenti angosciate e preoccupate da un finale che si annuncia appassionante.
La parola passa al campo, per otto turni da vivere tutto d’un fiato. Il prossimo appuntamento per i giallazzurri è casalingo e si avvicina a grandi passi. Allo Stirpe arriva il Bologna, che non sarà quello di Bernardini che “tremare il mondo faceva”, ma quanto a far tremare le squadre del torneo in corso non ci scherza. Un’imprevedibile possibilità di lottare per la Champions ha cambiato l’orizzonte degli eventi felsinei, con Thiago Motta indicato quale profeta di un calcio moderno e redditizio. Quello che sembrava soltanto un sogno è diventato realtà, ma per varcare le colonne di Ercole, per invadere l’Europa, i rossoblù emiliani devono portare fino in fondo questo tango dello stupore.
I canarini, per loro conto, si avvicinano a questo match casalingo con Oyono ancora alle prese con le terapie, con Harroui e Marchizza in differenziato e con Monterisi, Caso, Bidaoui, Brescianini, Lirola, Gelli e Kaio Jorge che ieri hanno sostenuto un allenamento personalizzato. Ovviamente si spera che non tutti i giocatori citati abbiano problemi di convocazione, ma certo i malanni piccoli o grandi hanno rappresentato un punto fermo della seconda parte di stagione.
Il punto più critico in quest’ottica è però alle spalle e Di Francesco può se non altro scegliere lo schema di gioco più adatto di volta in volta, guardando alle caratteristiche dell’avversaria di turno e alle condizioni di forma dei suoi ragazzi.
Il pari di Genova è un messaggio di speranza, un punticino che vale al di là del suo significato prettamente matematico. E’ un pari lontano da casa contro una squadra che ha saputo prenotare con ampio anticipo la permanenza ed è un risultato che è stato persino stretto ai cioaciari. La squadra frusinate sta ritrovando quella compattezza e quella capacità di pressing che per tutto il girone di andata era stata una nota caratterizzante.
