La stagione congressuale della Federazione di Frosinone del Pd resta in attesa (da mesi) di essere sbloccata. Nei giorni scorsi c’è stata la riunione della direzione regionale, che ha visto una forte contrapposizione tra le “correnti” per quanto riguarda la situazione del partito a Latina. Benzina sul fuoco delle polemiche che divampano da mesi.
Per la Ciociaria dovrebbe essere quello di Federico Gianassi (parlamentare del Pd eletto in Toscana) il nome del commissario ad acta che avrà il compito di provare a togliere i Democrat dall’impasse.
Ma il condizionale è d’obbligo (sempre) quando si parla di Partito Democratico. Intanto la direzione regionale ha votato il Regolamento per i congressi nel Lazio. Emendamento dopo emendamento, subemendamento dopo subemendamento. Il punto politico, però, non cambia. Come verrà preso in considerazione il tesseramento 2024? La risposta a questa domanda divide da mesi Francesco De Angelis e Sara Battisti. Perfino oltre il dualismo regionale tra Daniele Leodori e Claudio Mancini. Quale mandato avrà il commissario ad acta da parte della direzione nazionale? Non resta che attendere, ma nulla è scontato. Anche perché esiste un fattore tempo: la finestra per celebrare i congressi (apertasi il primo aprile) si chiuderà il trenta giugno.
IL ROMPICAPO DI FROSINONE
“Nessuno scrive al colonnello” è una novella di Gabriel Garcia Marquez, il cui titolo, ovviamente parafrasato, dimensionato e contestualizzato, ricorda la situazione politica che c’è al Comune di Frosinone. Nel senso che i livelli regionali e provinciali dei partiti (nessuno escluso) non si occupano da mesi delle vicende che stanno caratterizzando il dibattito in quello che è il capoluogo.
Una premessa è necessaria: il sindaco Riccardo Mastrangeli va avanti per la sua strada, in aula consiliare i numeri per l’approvazione delle delibere (vedi il bilancio) li trova, è sostenuto da esponenti eletti nelle file dell’opposizione e guarda con una certa tranquillità alla fine della consiliatura, prevista nel 2027. Dicevamo dell’appoggio di Andrea Turriziani (Lista Marini) e di Claudio Caparrelli (Polo Civico). Ma pure della preziosa astensione sul documento contabile della Lista Marzi. In ogni caso Domenico Marzi, Alessandra Mandarelli, Carlo Gagliardi e Armando Papetti si sono impegnati a non sottoscrivere né mozioni di sfiducia né dimissioni di massa, vale a dire atti finalizzati a interrompere la consiliatura.
Resta il problema della spaccatura profonda all’interno di un centrodestra che governa Frosinone ininterrottamente dal 2012, sulla base di tre vittorie consecutive. Anche se negli ultimi giorni qualche segnale in controtendenza è arrivato. Stasera ci sarà il congresso cittadino di Forza Italia, alla presenza del senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone e del segretario provinciale Rossella Chiusaroli. Pasquale Cirillo, già commissario cittadino, avrà il compito (da segretario) di provare a definire una volta per tutte le situazione al Comune di Frosinone. Dove gli “azzurri” adesso hanno un gruppo di tre consiglieri. Oltre a Cirillo, ci sono Maurizio Scaccia e Christian Alviani. FI (che è all’appoggio esterno da quasi un anno), chiede un azzeramento e na verifica politica finalizzata a ricostruire la maggioranza originaria di centrodestra. Se queste richieste dovessero essere accolte, Forza Italia potrebbe rientrare in coalizione ed esprimere uno o due assessori.
Il sindaco Riccardo Mastrangeli non ha mai chiuso la porta nei confronti di Forza Italia e anche in questa fase ha lanciato segnali che vanno nella direzione di una possibile ricomposizione. Il problema vero è rappresentato dagli altri gruppi di centrodestra. Lega, Lista Ottaviani e Lista per Frosinone appaiono “freddi” sul tema di una ricucitura con gli “azzurri”. Fratelli d’Italia non si sbilancia.
Il senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone considerava il capitolo chiuso, al punto che aveva tolto l’argomento perfino dal tavolo regionale.
Fratelli d’Italia ha chiesto modifiche al Piano urbano della mobilità sostenibile, in particolare sul tracciato del Brt e su alcuni parcheggi. Con l’obiettivo di limitare i disagi dei cittadini, dei residenti in alcune aree e dei commercianti. Anche in questo caso non ci sono stati riscontri. Consiglieri e assessori di FdI potrebbero presto sottoporre la questione al deputato Paolo Trancassini, coordinatore regionale del partito. Il quale conosce perfettamente la situazione politica del centrodestra al Comune capoluogo. Ma è evidente che prima di intervenire vuole analizzare tutti i pezzi di un “puzzle” disarticolato da diverso tempo.
Discorso diverso per la Lega. Il segretario regionale Davide Bordoni non interviene perché il sindaco Riccardo Mastrangeli è comunque in quota Carroccio. Inoltre, il deputato e coordinatore provinciale Nicola Ottaviani ha tutto l’interesse politico che gli assetti e gli equilibri non mutino. Per un motivo: sono stati definiti sulla base di situazioni e alleanze (con diverse civiche) profondamente cambiate rispetto a trentaquattro mesi fa. La Lega non è più da tempo baricentrica al Comune di Frosinone.
Tuttavia i partiti del centrodestra dovranno porsi prima o poi il problema: la frattura della coalizione in un capoluogo non potrà passare in secondo o terzo ordine quando sul piano regionale bisognerà sedersi a tavolino e stabilire quote di rappresentanza, candidature ed equilibri nelle diverse governance.
A dire la verità, però, il disinteresse dei livelli superiori riguarda anche l’opposizione. Nella fattispecie il Partito Democratico: da oltre due anni i consiglieri Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi chiedono che la situazione di Frosinone diventi prioritaria e centrale nel partito. Pure in tal caso nessuna iniziativa. Pure in tal caso… “Nessuno scrive al colonnello”.
E se alla fine fosse il Comune di Frosinone (capoluogo) a non pesare politicamente nello scacchiere regionale?