Subito dopo l’Abruzzo, c’è un’altra sfida che attende Giorgia Meloni: il congresso romano di Fratelli d’Italia. All’appuntamento che si terrà il 23 e 24 marzo al Palazzo dei Congressi dell’Eur sono due i potenziali sfidanti: il primo è Massimo Milani e rappresenta l’ala rampelliana del partito, molto forte della Capitale; il secondo è Marco Perissa considerato più vicino alla premier e al suo entourage. Per Meloni, che si è formata tra la sezione del Fronte della Gioventù di Garbatella e la storica sede della destra di Colle Oppio, quella della Capitale è una partita da non perdere. E, al momento, il rischio della conta interna c’è eccome, in quanto la sintesi su una candidatura unitaria è più un auspicio che una realtà. Oltre un anno fa la federazione di Fratelli d’Italia di Roma fu commissariata da Giorgia Meloni, che chiamò Giovanni Donzelli ad occuparsene. L’ex coordinatore, Massimo Milani – contestando sin da subito i motivi del commissariamento – si potrebbe ripresentare. Come pure si potrebbe candidare Perissa, parlamentare di Fratelli d’Italia che viene da Gioventù nazionale e dal mondo dello sport. “Auspico un percorso unitario, sarebbe un bel segnale se i candidati”, che ancora non sono stati ufficializzati, “trovassero un accordo”, ha detto il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli.
VERSO LA BATTAGLIA
Dichiarazioni a cui sono seguite quelle del deputato e coordinatore del partito nel Lazio, Paolo Trancassini: “Abbiamo una visione di partito come scuola e palestra, ogni tanto ci sono gli esami…A Roma, come è successo in altri posti, io auspico una soluzione unitaria, arrivare ad una sintesi”. I nomi in campo, a suo avviso, “non sono particolarmente divisivi”. “Capisco che la notizia sia chi fa il coordinatore, ma poi c’è il direttivo, i dipartimenti, tanti ruoli da assegnare che sono importantissimi – rimarca -. Ad esempio, la figura di un capo dipartimento si occupa di questioni vitali come commercio, infrastrutture…Conoscendo molto bene il partito, perché ci sono dentro sin dalle origini, auspico che si trovi una sintesi ma dico anche che dove non si è trovata, si è votato e il giorno dopo ci siamo messi a lavorare tutti insieme”. Dopo il 10 marzo, messo alle spalle il voto abruzzese, il dibattito entrerà nel vivo. “Ora è ancora troppo presto per fare qualsiasi previsione – sintetizza un esponente romano di Fratelli d’Italia – Se si troverà un accordo, al solito si troverà a ridosso del 23 marzo”. Altrimenti sarà battaglia in congresso.