La più esaltante tra le edizioni degli Euroindoor 2023 di atletica leggera si è chiusa ieri a Istanbul.
Per l’Italia, presentatasi alla rassegna continentale con una squadra imbottita di giovani, i riscontri sono stati molto significativi, anche e soprattutto in prospettiva futura.
Il bottino di medaglie è tra i più ricchi di sempre, potendo contare su due ori e quattro argenti. Quel che è ancor più confortante è che la classifica a punti, ottenuta sommando i piazzamenti di tutti i finalisti, ci vede addirittura al primo posto, per la prima volta nella storia della competizione.
Un trionfo figlio non solo dei sei podi, ma dei tanti risultati ottenuti a ridosso della zona medaglie.
Ma andiamo con ordine e vediamo i responsi, gara per gara.
EUROINDOOR 2023, LA STORICA DOPPIETTA NEI 60 METRI
Nella gara più importante di tutte, quella dei 60, che equivale alla competizione dei 100 all’aperto, c’è stata una doppietta azzurra.
Il campione del mondo in carica, nonché campione olimpico ed europeo dei 100, Marcell Jacobs, ha trovato un uomo in grado di batterlo: è Samuele Ceccarelli, fino allo scorso anno conosciuto solo da qualche addetto ai lavori. Il 23enne toscano ha dato scacco al re in tre mosse: 6”62 in batteria, uno strabiliante 6”47 in semi e poi 6”48 in finale, due centesimi in meno di uno Jacobs acciaccato ma non per questo incapace di siglare lo stagionale.
La storica doppietta azzurra merita la copertina ideale di una rassegna che in chiave Italia ha detto tante altre cose, specialmente nei concorsi.
ARGENTI SPLENDENTI NEI SALTI IN ESTENSIONE
Altri due argenti sono arrivati infatti dal salto in lungo e dal salto triplo al femminile: autrici della bella impressa Larissa Iapichino e Darjia Derkach.
La figlia d’arte è arrivata a tre centimetri dall’oro e dai fatidici sette metri. Con 6,97 ha ritoccato il record italiano e ha spostato gli orizzonti di una crescita davvero significativa.
Cosa potrà fare d’ora in avanti la figlia di Gianni Iapichino e Fiona May è davvero intrigante come interrogativo.
In teoria nulla le è precluso. A differenza del triplo, che ha nella venezuelana Rojas la dominatrice indiscussa della specialità, nel lungo il trono è… vacante. A contendere i massimi traguardi alla nostra Larissa saranno la britannica Sawyers (oro nella gara di Istanbul), Vuleta e Mihaimbo, terza e quarta in Turchia (ma la tedesca è campionessa olimpica), l’ucraina Bekh Romanchuk e almeno altre tre o quattro pretendenti.
Non ha analoghe prospettive, ma può celebrare il suo argento con identica soddisfazione Darjia Derkach, che con 14,20 è andata vicinissima all’oro, finito al collo di Tugba Danismaz, padrona di casa planata a 14,31.
Aver battuto, tra le altre, anche la portoghese Mamona, argento olimpico, è una soddisfazione enorme per l’italiana nata in Ucraina.
Ai piedi del podio e grande protagonista della gara anche Ottavia Cestonaro, che ha comunque superato i 14 metri, misura dell’eccellenza internazionale.
A completare le medaglie in rosa il sorprendente quartetto della 4X400: la staffetta del miglio ha davvero sbalordito, riuscendo a precedere persino le formidabili polacche.
Solo le olandesi hanno saputo far meglio di Mangione, Forolunso, Polinari e Marchiando che con 3’28”61 hanno firmato un grande record italiano.
Brava anche Nadia Battocletti, quarta nei 3000 col primato stagionale e coraggiosa finalista degli 800 Elisa Coiro. Ci si attendeva di più da Roberta Bruni nell’asta e soprattutto da Elena Vallortigara nell’alto. La medaglia di bronzo di Eugene ha addirittura mancato la qualificazione.
WEIR, UNA SPALLATA OVER 22 METRI
Il primo oro azzurro era arrivato al secondo giorno di gare, dalla finale del peso.
L’italiano nato in Sudafrica, Zane Weir, ha migliorato per due volte il primato italiano indoor, in una finale di altissimo livello, con il campione uscente Stanek arrivato fino a 21,90. Weir ha scagliato la palla da 7 kg a 22.06, che è anche la migliore prestazione europea.
Sei nulli per Leonardo Fabbri, che pure puntava al podio dopo una qualificazione da 21,46.
Grandi anche i velocisti degli ostacoli: il giovanissimo Simonelli è arrivato a 5 millesimi dal bronzo ed ha preceduto l’ottimo Paolo Dal Molin, quinto.
Eccellente la prova nei 1500 del torinese Pietro Arese, quarto dietro tre giganti della specialità.
Ci si poteva attendere qualcosa di più da Bocchi nel triplo e da Stecchi nell’asta, entrambi sesti, ma un po’ distanti dai rispettivi stagionali best.
Finalisti negli 800, ma poi mai in lizza per la medaglia, Tecuceanu e Barontini, settimo e ottavo nel doppio giro di pista.