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Con Zaccheo il rilancio della Cittadella giudiziaria. L’accordo Pd/Azione ‘digerito’ dai dem locali. Consorzio industriale del Lazio: le ambizioni pontine

Marco Battistini
La Cittadella Giudiziaria è un’opera incompiuta. Il progetto risale ai primi anni 2000 quando il Comune di Latina ottenne 8.196.170 di euro di finanziamento dal Ministero della Giustizia per acquistare stabili da destinare a sede degli uffici giudiziari, con l’obiettivo di abbattere le spese di locazione passiva e offrire spazi moderni e capienti per le attività della Giustizia.
Agosto 4, 2022

L’eventuale vittoria di Vincenzo Zaccheo nel voto ‘supplementare’ del 4 settembre riaprirebbe alcuni capitoli rimasti sostanzialmente congelati durante la gestione Coletta. Tra questi la Cittadella Giudiziaria di Latina. Si tratta di progetto avviato durante la prima amministrazione Zaccheo, che grazie al governo Draghi, potrà beneficiare di un finanziamento per 12,2 milioni di euro concesso dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile. I fondi rientrano nell’ambito dei Progetti e gli Investimenti del “Pnrr” che riguardano Roma e il Lazio. Gli Investimenti competenti al “Mims”, nel periodo 2022-2026, per la Capitale e per la Regione Lazio, ammontano ad un totale di risorse attribuite per 8,2 miliardi di euro. La Cittadella Giudiziaria di Latina è un’opera incompiuta. Il progetto di fatto risale ai primi anni 2000 quando il Comune di Latina ottenne 8.196.170 di euro di finanziamento dal Ministero della Giustizia per acquistare stabili da destinare a sede degli uffici giudiziari, con l’obiettivo di abbattere le spese di locazione passiva e offrire spazi moderni e capienti per le attività della Giustizia. L’idea quindi, attraverso la realizzazione di questo progetto faraonico, era quella di prevedere la nascita di un “blocco giudiziario unico” in cui dovrebbero essere ospitati Procura della Repubblica, Tribunale e Tar, con un posto di polizia e una stazione dei carabinieri.
In tutti questi anni però il complesso strutturale si è deteriorato. L’edificio, posto al centro di un cantiere abbandonato da anni per mancanza di fondi, ha rischiato il crollo. Una fine indegna per il denaro pubblico che doveva servire per la realizzazione della nuova sede della Procura e consentire così il trasloco degli uffici da via Ezio che costano quasi 1 milione di euro l’anno di affitto.
Infatti attualmente gli uffici giudiziari di Latina si trovano distribuiti in 4 edifici: il Tribunale di piazza Buozzi, il complesso di via Ezio sede della Procura della Repubblica, lo stabile di via Fabio Filzi dove si trovano le sezioni Fallimentare e Lavoro e gli uffici del Giudice di Pace in via Le Corbusier.
Il Ministero della Giustizia ha già finanziato una parte dell’opera con 6 milioni di euro, ma il resto dei fondi arrivano proprio dal Pnrr.
Per troppo tempo il cantiere della Cittadella giudiziaria, aperto ormai quasi 20 anni fa, è rimasto a metà. Ora grazie ai fondi previsti dal piano nazionale di ripresa e di resilienza l’opera potrà essere completata.

ACCORDO PD-AZIONE CONVINCE I DEM LOCALI

Le prime reazioni, soprattutto ‘social’ sembrano convincere gli esponenti (o ex) del Pd locale. Su tutti la nuova figura emergente del Pd di Latina, Daniela Fiore, consigliera comunale e presidente della commissione Bilancio. “Enrico Letta ha fatto bene a siglare l’accordo con Azione scegliendo anche di cedere più del dovuto sui collegi -ha commentato sul proprio profilo l’esponente dem- pur non essendo una sostenitrice di Calenda, condivido alcune sue idee ma sono perplessa per come approccia alleati ed avversari, l’alleanza è una scelta giusta, coraggiosa, responsabile. Il sistema elettorale attuale premia le aggregazioni e la scelta di costruire una colazione competitiva per battere la destra, in particolare nei collegi uninominali, va nella giusta direzione. La politica si fa con quello che c’è e non con quello che ci piacerebbe ci fosse, come abbiamo fatto a Latina nei dieci mesi di amministrazione, quando gli alleati sono stati imposti dall’esito elettorale e non dall’affinità politica.
Ora servono proposte innovative per mobilitare l’elettorato di appartenenza, per rosicchiare voti alla destra, per riportare al voto gli astensionisti che sono il primo partito del paese, serve una leadership riconosciuta e una buona comunicazione. C’è tanto da fare nel tempo che rimane. Facciamolo insieme a Latina e nel resto del Paese”. Analogo giudizio positivo lo ha espresso l’ex senatore Claudio Moscardelli. “Il Pd e Azione+Europa sono alleati per proporre al Paese un governo all’altezza delle sfide che ci attendono -ha detto Moscardelli– completamento delle riforme e realizzazione del PNRR che hanno portato il governo guidato da Draghi a far cresce l’Italia del 10% del PIL nel 2021 e 2022. Crescita, lavoro, redditi più alti, diritti civili e giustizia sociale, transizione energetica ed ecologica. Vogliamo l’Italia saldamente in Europa e siamo per l’integrazione politica della UE, pilastro fondamentale dell’Alleanza Atlantica. Insieme alle altre forze dell’alleanza si pongono le basi per vincere le elezioni del 25 settembre prossimo”. Per ora nessun commento da Enrico Forte, il candidato dem pontino più probabile (insieme all’immortale Sesa Amici) ad un posto per la Camera dei deputati. L’interrogativo che si pongono in molti in casa Pd è capire dove verranno inseriti i candidati di Azione+Europa nei collegi uninominali. Il 30% dei posti è un tributo di sangue che Letta ha dovuto versare a Calenda e che avrebbe lasciato parecchie perplessità in un partito perennemente ‘affamato’ di poltrone.

LATINA GUARDA AL CONSORZIO INDUSTRIALE DEL LAZIO

I nuovi assetti politico-parlamentari potrebbero regalare al territorio pontino la guida di un ente particolarmente strategico. Il Pd di Frosinone ha deciso di puntare su Francesco De Angelis alla Camera, tanto da indicarlo al primo posto del listino per il collegio plurinominale Frosinone-Latina. La proposta presentata a Roma ai vertici nazionali e regionali del Pd potrebbe andare in porto. In caso di corsa ed elezione, potrebbe andare a Latina la presidenza del Consorzio industriale del Lazio. Per ora nel consiglio d’amministrazione figurano Salvatore Forte e Cosimo Peduto, già presidenti rispettivamente dei consorzi di Sud Pontino e Roma-Latina. La presidenza verrebbe ceduta a Latina in cambio del potenziale seggio parlamentare conquistato da De Angelis. Sia Forte che Peduto potrebbero ambire alla carica, ma dovrebbero fare i conti anche con i nuovi equilibri che si andranno a creare in Regione. Salvatore Forte è uomo vicino a Claudio Fazzone e potrebbe essere sostenuto dal centrodestra in caso di successo elettorale alle regionali. Cosimo Perduto è invece una figura stabilmente inserita nel contesto dem. La riconferma del centrosinistra in Regione sarebbe per lui il viatico migliore per la scalata al vertice dell’ente consortile.

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