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Cgil Roma boccia il piano partecipata sui rifiuti: “È inadeguato”

Marco Battistini
Nelle scorse giornate anche il leader di Azione, Carlo Calenda, accanto al candidato alle regione Lazio ha ribadito la sua opinione
Gennaio 18, 2023

 Arriva il piano industriale della partecipata romana dei rifiuti, ma crea subito scompiglio. La bocciatura netta arriva dall’opposizione, ma soprattutto dalla Cgil di Roma e Lazio: “A febbraio presenteremo una nostra analisi sul piano, le nostre proposte, a partire dalla necessità di superare Ama e costruire la multi utility dell’economia circolare”, ha scritto, su Facebook, il segretario romano, Natale di Cola.

Per il sindacalista, infatti, il Piano di Ama “non è adeguato” e non risponde “a pieno agli impegni elettorali del Sindaco e del Piano dei Rifiuti dello stesso Comune di Roma”. Un piano “non inciderà in maniera significativa sul decoro e la pulizia della città, non chiude il ciclo dei rifiuti, prevede assunzioni insufficienti per raggiungere gli obiettivi e disegna una piccola Ama che dovrà continuare a dipendere dai privati”, ribadisce Di Cola, denunciando anche la non corrispondenza con il programma elettorale di Gualtieri: Il Piano “si ferma al 47% di raccolta differenziata dopo i primi due anni di consiliatura e al 56% a fine legislatura”.

Target questi “che disattendono gli obiettivi del programma elettorale del 50% di differenziata dopo i primi due anni e tra il 65 e il 70% entro la fine del mandato”, ha affermato il segretario della Cgil.

CGIL ROMA, ANCHE LA LEGA BOCCIA IL PIANO

Nelle scorse giornate era stato il leader di Azione, Carlo Calenda, accanto al candidato alle regione Lazio, a ribadire la sua opinione: “Sul termovalorizzatore sosterremo Gualtieri ma va fatto molto di più. La Regione deve affiancare ad Ama altre società, in gara, per garantire un lavoro di pulizia straordinaria alla Capitale”.

Il nuovo ‘disegno’ della partecipata, annunciato ieri, prevede 700 milioni di investimenti nel quinquennio 2023-2028, con tre assi strategici: “decoro urbano, più differenziata, sviluppo di logistica e impianti”, aveva comunicato la partecipata dopo l’approvazione all’unanimità dal Consiglio d’amministrazione dell’azienda.

Oltre al termovalorizzatore, previsti 8 nuovi impianti per il trattamento delle diverse frazioni così da “abbassare i costi per la chiusura del ciclo e aumentare i ricavi da vendita di materiale differenziato, con un saldo positivo per le casse pubbliche di 100 milioni a fine quinquennio”, ha detto la partecipata spiegando che “c’è anche un piano assunzioni, che prevede fino a 600 unità in più, al netto del turnover, entro il Giubileo del 2025”. L’annuncio dell’azienda, è stato subito rilanciato dal sindaco: “Il voto del Cda di Ama segna un passaggio determinante per il futuro della città”.

Non dello stesso avviso del sindaco, il capogruppo capitolino della Lega, Fabrizio Santori: È solo “un annuncio reboante che elenca cose da fare già dette, già programmate, e già puntualmente disattese negli anni scorsi, già dalla giunta del sindaco Marino. Tolta la realizzazione del termovalorizzatore che risolverà molti problemi, un piano vero, con obiettivi reali e certamente raggiungibile con tempi e modalità, non è stato redatto”, ha sottolineato Santori che poi attacca sul modus utilizzato dall’amministrazione: “Il Campidoglio non ha permesso il dibattito in Aula Giulio Cesare e i consiglieri di Roma Capitale ancora non hanno ricevuto il documento ufficiale”, denuncia il consigliere promettendo battaglia. 

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