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Cassino, ecco perché l’unico in grado di riaprire i giochi è Silvestro Petrarcone

Licandro Licantropo
Febbraio 9, 2024
Silvestro Petrarcone

“Non sarà l’originale ma è l’unico che ha le carte in regola per costruire una coalizione larga, seria e inclusiva”. È il giudizio, pressochè unanime di chi conosce le cose di Cassino esprime su Silvestro Golini Petrarcone, fratello “d’arte” di Giuseppe sindaco dal ‘93 al ‘97 e dal 2011 al 2016. Città difficile Cassino. Controversa, dilaniata da pesantissimi veti incrociati, alle prese con l’anomalia di una guida di centrosinistra al cospetto di un ampio bacino elettorale di centrodestra.
A Cassino il centrosinistra vince perchè utilizza tutto il “contro” che si scatena sempre in quell’area che altrove è il centrodestra ma nella Città Martire è il recinto di troppi “galli” che pretendono posizioni e visibilità non sempre compatibili (anzi, quasi mai) con la realtà del momento.
Fratelli d’Italia la croce di rimettere ordine l’aveva affidata al povero Fabio Tagliaferri che è uscito di scena, buon per lui, peraltro senza arrendersi perchè chiamato a ricoprire il prestigioso incarico al Ministero della Cultura. Ma più di tanto non ha potuto fare. Ora siamo arrivati agli sgoccioli e le considerazioni che valgono sono quelle della praticità. Dei conti che sanno fare tutti. Del confronto tra i reduci di una battaglia che finora ha solo favorito il sornione Enzo Salera che più passano i giorni più vede vicino il traguardo della riconquista della fascia tricolore.
Non convince Bongiovanni (troppo estremo e già un po’ bruciato da una “non presentazione” senza senso e priva di strategia) e non possono andare oltre il dignitosissimo riconoscimento di un ballottaggio dell’ultimo giorno Marino, Abbatecola e Bevilacqua (tenaci a tenere il punto fino alla fine e forse pronti, difronte a una ritrovata competitività, a un responsabile passo indietro). Ora potrebbe scendere in campo Silvestro Petrarcone.
Il meno divisivo e colorato. Quello che potrebbe schivare meglio degli altri il “voto contro” (che a Cassino è, per eccellenza, l’arma letale) e provare a mettere insieme tutti. Forte di un nome che li giù è una garanzia, della concreta possibilità di conquistare spazi agli altri preclusi e soprattutto di portare un progetto nuovo e far respirare all’area di riferimento dalla quale parte, un’aria nuova. Libera da “imprimatur” forti e troppo ingombranti e, a ragione o torto, sempre difficili da digerire all’ombra dell’Abbazia.
Se Massimo Ruspandini riuscisse nell’impresa di “battezzare” la proposta Petrarcone a Cassino la partita potrebbe riaprirsi. I “rumors” dicono che arriverebbero adesioni del tutto precluse a Bongiovanni e tutti sanno che oggi, presentarsi a braccetto del partito della premier, vale più di quattro liste messe insieme.

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