Due inchieste della Procura della Repubblica di Cassino gettano ombre sull’ultima tornata elettorale comunale, svoltasi nel maggio 2019, nella Città martire. Nella giornata di ieri gli investigatori della Polizia di Stato hanno provveduto a notificare a quanti interessati dai due filoni d’inchiesta il provvedimento di conclusione delle indagini preliminari e i relativi avvisi di garanzia (se già non comunicati in precedenza).
Video – denuncia tramite Yuoutube
Il primo episodio finito sotto la lente di poliziotti e Procura prende le mosse dalla video- denuncia fatta tramite il canale Youtube ‘Tanfuk’ di Giorgio Pistoia nell’estate 2020, nella quale una candidata alle elezioni sosteneva che un candidato della sua stessa lista le avrebbe promesso un posto di lavoro in cambio dell’aiuto ad ottenere voti di preferenza. Inoltre la stessa candidata avrebbe rivelato di aver fotografato la sua scheda al momento del voto per dimostrare la preferenza data. Gli accertamenti seguiti a tale denuncia avrebbero poi portato a scoprire che anche altre persone (almeno 3) avrebbero ricevuto la stessa promessa di un posto di lavoro in cambio di preferenze.
In cinque sono finiti così indagati per voto di scambio, mentre per la donna candidata è stata contestata anche la circostanza di aver introdotto nella cabina elettorale un telefono cellulare per fotografare la scheda. Risulta indagato in tale procedimento il consigliere comunale di Cassino, eletto con il Pd, Tommaso Marrocco. L’inchiesta porta la firma dei Pm Roberto Bulgarini Nomi ed Emanuele De Franco della procura di Cassino.
Il secondo episodio muove i passi, invece, da alcuni esposti presentati in Procura a Cassino subito dopo le elezioni comunali e con i quali si denunciano irregolarità nella raccolta delle sottoscrizioni per la presentazione delle liste. Uno di questi esposti porta la firma dell’ex consigliere comunale Salvatore Fontana, dimessosi l’altro ieri.
Le indagini
Le indagini seguite a tali esposti e guidate dal Pm Emanuele De Franco hanno visto oltre 200 persone ascoltate dagli investigatori e avrebbero consentito di accertare che circa 50 elettori, risultati firmatari della presentazione di lista del Pd, hanno disconosciuto la loro sottoscrizione, che sarebbe stata falsamente apposta. Nei guai è finito così l’ex consigliere provinciale Alessandra Sardellitti che risulta aver autenticato quelle firme certificandone l’apposizione in sua presenza. Ci sarebbero inoltre altri due indagati: coloro che materialmente avrebbero apposto le firme false.
Tutti gli indagati, per entrambi i filoni d’indagine, hanno ora 20 giorni di tempo per
presentare memorie o chiedere di essere sentiti dai Pm, poi la Procura potrà procedere a
richiedere l’eventuale rinvio a giudizio.