Roma Capitale potrebbe avere presto i poteri speciali di una Regione. La Commissione Affari costituzionali della Camera ha votato all’unanimità l’adozione del testo base della riforma costituzionale.
Il testo sostanzialmente dice che vengono assegnati poteri legislativi a Roma Capitale, nelle materie concorrenti o residuali delle Regioni, tranne la sanità. Ma l’elenco di queste sarà stabilito d’intesa con la Regione Lazio e lo Stato, con un’ulteriore legge approvata a maggioranza assoluta dalle Camere.
Una volta a regime, con i poteri legislativi Roma Capitale potrà finalmente decentrare le proprie funzioni amministrative ai Municipi, che diverranno tali perché oggi sono solo delle fotocopie delle vecchie circoscrizioni. Dopo l’intesa e la formalizzazione del passaggio delle competenze nelle varie materie Roma Capitale avrà finalmente piena autonomia e controllo del governo del territorio. Il sindaco della Capitale non sarà più sottoposto agli emendamenti dei consiglieri regionali sul piano sui rifiuti che invece adotterà in piena autonomia, così come sul commercio, sui servizi sociali e altre materie.
Insomma un grande passo in avanti che finalmente pone Roma all’altezza delle altre Capitali europee. Ma restano alcuni nodi da sciogliere. Dal testo appare evidente che i poteri legislativi vengono assegnati a Roma Capitale e non alla città metropolitana. La futura legge statale che stabilirà le forme di coordinamento tra la Regione Lazio e la Capitale dovrà anche cancellare la Città metropolitana e ricostruire l’ex Provincia di Roma. E forse in quella occasione si potrebbero anche rivedere i confini delle altre province accorpando territori omogenei per un nuovo e diverso assetto del territorio.
LATINA E FROSINONE, ACCORPAMENTO O RIDISEGNAZIONE?
La rivisitazione delle province del Lazio avrà un impatto notevole soprattutto sui territori del basso Lazio.
Il tentativo andato a vuoto 10 anni fa di accorpare le province di Frosinone e Latina potrebbe riproporsi nel breve termine. Ma non nelle forme previste dal governo Monti. Più realistica una ridisegnazione dell’intero territorio a sud della Capitale. Soprattutto in considerazione della possibile dissoluzione dell’area metropolitana.
Nel caso pontino si potrebbe anche pensare ad una divisione della provincia attuale. L’area del litorale romano a sud di Ostia potrebbe appare più omogenea alla realtà di Latina. Da decenni si discute sull’eventuale scelta di Anzio e Nettuno di essere inserite nella vicina provincia di Latina, confinando peraltro proprio con il capoluogo pontino. Discorso simile potrebbe farsi per Pomezia, che per ragioni storiche, geografiche ed economiche appare più inserita nel contesto pontino che romano.
Allo stesso tempo si accentuerebbe il pressing per una nuova provincia del Lazio meridionale. Ci sono ragioni storiche che non si possono sottovalutare. Non va dimenticato che il basso Lazio si formó nella sua attuale delimitazione territoriale tra il 1926 e il 1928 con la sottrazione alla Campania del territorio situato alla sinistra del fiume Liri-Garigliano, comprendente il Sorano, la Valle di Comino, il Cassinate e tutta l’area del Golfo Formia-Gaeta, il tutto parte integrante di Terra di Lavoro.
Si tratta di un’area che attraversa l’estremo sud delle province di Frosinone e Latina, da sempre omogenea e ‘desiderosa’ di avere maggiore autonomia rispetto ai rispettivi capoluoghi.
IL NUOVO ASSETTO DEL LAZIO SUD TEMA CENTRALE NEL 2023
Ora, il ruolo ingombrante e la spinta propulsiva di Roma ha di fatto favorito le aree ad essa contigue a Nord delle province di Frosinone e di Latina, provocando un processo di marginalizzazione a danno del Lazio meridionale.
Di conseguenza non si potrebbe escludere un rimescolamento vero e proprio dell’attuale geografia amministrativa del basso Lazio. Molto dipenderà dalle scelte politiche che il prossimo parlamento vorrà fare.
Con i poteri speciali a Roma Capitale che ruolo avrà ancora la Regione Lazio? Quale sarà la nuova suddivisione dei territori provinciali? E sulla base di quali criteri?.
Tutte domande che è necessario porsi fin da adesso, per evitare che si riproponga lo stesso film del 2012, quando con un decreto calato dall’alto (poi ritirato) si tentò di accorpare i territori del basso Lazio, finendo per creare un’inutile guerra di campanili. In particolare si è discusso sul ruolo di capoluogo della nuova mega provincia pontina-ciociara, scatenando un nuovo scontro fra Latina e Frosinone. Alla luce della nuova riforma su Roma Capitale il tema del riordino e del riassetto delle Province deve tornare di attualità nell’agenda politica del 2023. Aprendo da subito una discussione seria sul futuro dei territori e sul possibile nuovo assetto istituzionale e amministrativo.