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Buon compleanno basket: due cestini di pesche, una ringhiera e un sogno lungo 131 anni

Roberto Mercaldo
Il 21 dicembre del 1891 il professor Naismith inventa uno sport che appassionerà il mondo
Dicembre 21, 2022
James Naismith, il padre del basket

Uno sport coinvolgente, appassionante, dalle dinamiche apparentemente semplici, che ormai si pratica in ogni angolo del mondo. La Fiba (originariamente Federation internazional de basket ball amateurs) comprende ormai 214 nazioni e il termine dilettanti appare oggi anacronistico, specie se si pone mente al mondo dorato della Nba.

Il basket si gioca ad ogni latitudine, ed il “vecchio continente” da molti anni ha lanciato la sua sfida ai maestri americani, che ora per provare a vincere le Olimpiadi ed i mondiali devono attingere al campionato professionistico, visto che gli universitari non sarebbero bastevoli allo scopo. Non solo Europa però quale antagonista per il basket americano, che ora deve fare i conti con la progressiva avanzata degli altri tre continenti.

L’Australia è una potenza mondiale, in Asia si comincia a far sul serio e il presidente attuale della Fiba è il maliano Hamane Niang. Sport universale, quindi, e tantissimi appassionati che spendono il loro amore con eguale partecipazione tra la Crypto.com Arena dei Lakers al campetto all’aperto della parrocchia di riferimento. La magia prescinde sovente dall’abilità: è la legge del basket e di ogni altro sport.

BASKET: LE TREDICI REGOLE DEL SIGNOR NAISMITH

Ma torniamo alle origini, a quel 21 dicembre di 131 anni fa, quando la palestra della YMCA University di Springfield ospita il primo incontro di basket. Di fronte ci sono due squadre di nove giocatori, che devono osservare le 13 regole dell’insegnante e allenatore James Naismith. Sono universitari un pochino vivaci, taluni persino un po’ turbolenti e i dirigenti scolastici hanno “imposto” a Naismith di trovare un passatempo che possa deviare il loro ardore verso qualcosa che somigli ad una pratica agonistica. Le temperature del Massachusetts non consentono al 21 dicembre di praticare discipline nei campi all’aperto adiacenti e così il buon James, memore del “Duck on a rock”, gioco in cui eccelleva da giovane e che consisteva nel colpire con un sasso una pietra più grande posta ad altezza considerevole, inventa… il basket.

La partita è avvincente perché far canestro è qualcosa che esula dalle capacità dei primi giocatori della storia. La palestra è piccola, e in un campo di ridotte dimensioni diciotto giocatori vengono a contatto un numero infinito di volte. Quel pallone da calcio non è facile da addomesticare, ma il primo canestro (o cestino fate un po’ voi) della storia arriva da 7 metri. Il progenitore di Larry Bird e Magic Johnson si chiama William Chase.

Per recuperare il pallone occorre una scala, perché il rudimentale canestro non ha alcun foro di uscita. William R. Chase non lo sa, ma ha compiuto una prodezza che potrà ritagliarsi un posticino nella storia. In quella gara non ci saranno altri canestri, finisce 1/0 (sarebbe da tre, ma nessuno lo sa). E il professor Naismith sarà per tutti l’inventore del basket. Senza la sua idea di quel freddo dicembre 1891 non avremmo mai potuto ammirare Kobe Bryant, LeBron James e Michael Jordan. E nemmeno Il canestro di Belov che regala all’Urss il titolo olimpico, le sfide Ignis- Simmenthal degli anni 60, e Drazen Petkovic che fa sparire il pallone mentre palleggia funambolo. E tante altre cose ancora.

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