Se non fosse per una gamba capricciosa, puntualmente fasciata ad ogni incontro, ma all’apparenza performante più di quelle senza fascia, il successo di Nole Djokovic ai “suoi” Australian Open 2023 sarebbe quotato 1,20. A regalare un po’ d’incertezza c’è questo stato di sofferenza della sua preziosa gamba sinistra, oggetto d’ironia degli “anti-Nole” e motivo di preoccupazione dei “pro”. Contro Rublev, russo che non ha paura di esternare le sue idee contrarie al conflitto che insanguina l’Ucraina, il serbo ha fatto il rullo compressore, cosa che gli accade sovente, concedendo solo sette giochi all’avversario.
Un quarto di finale rapido, nel corso del quale Nole ha esibito il suo sconfinato repertorio, fatto di variazioni, di servizi solidi, di risposte anticipate ai limiti delle umane possibilità e di tutto ciò che agli altri sembra terribilmente improbabile e che con lui diventa semplice. Rublev è stato travolto, come un ramo trascinato dalla corrente di un fiume. Di tanto in tanto, sprazzi del suo bel tennis, persino completo, ma così poco incisivo al cospetto del gigante.
Ora in semifinale per Novak c’è l’americano Paul, che nel derby stelle e strisce dei quarti ha tacitato le acerbe aspirazioni dell’ex universitario Shelton, un potenziale di tutto rispetto distribuito su 193 centimetri di tenacia e di discreta classe. Il più navigato ha lasciato che Ben sfogasse la propria voglia di stupire e di allungare il sogno,poi al tiebreak ha prevalso di un soffio, indirizzando il match su un binario a lui congeniale. Dalla delusione del primo parziale perso allo sprint, Shelton si è ripreso solo nel finale del terzo set, quando ha controbrekkato fino ad aggiudicarsi il parziale, ma nel quarto la sagacia tattica di Paul ha fatto di nuovo la differenza ed ha portato il 25enne del New Jersey in semifinale.
AUSTRALIAN OPEN 2023: LINETTE CONTINUA A STUPIRE, SABALENKA NON CONOSCE OSTACOLI
Ancora una sorpresa nel tabellone femminile, particolarmente generoso in tal senso in questi Australian Open 2023. La ex numero 1 del mondo, Karolina Pliskova, è stata infatti eliminata dalla trentenne polacca Magda Linette, che dopo una carriera buona ma non eccelsa, sta vivendo il sogno di una carriera. Linette, uscita al primo turno 17 volte nei precedenti 30 major disputati, aveva già sbalordito il mondo della racchetta battendo una Caroline Garcia in grandissima forma, tanto da essere indicata tra le possibili vincitrici di questo AO 2023. Ora la replica ai danni di una Pliskova stupita dall’imprevista resistenza della tennista polacca e poi prigioniera di quell’abulia che troppo spesso l’avvolge nelle sfide più importanti.
Magda per noi italiani è la sventurata moglie di Furio nel film di Verdone “Viaggi di nozze”, ma adesso ce n’è un’altra che reclama la nostra attenzione, pur non avendo un marito maniacale nella sua perfezione. Chissà se il suo progressivo ipnotizzare potrà rivelarsi incisivo anche contro Sabalenka, la bielorussa dal braccio d’acciaio. Contro Donna Vekic, croata di buona qualità, Aryna Sjarheeuna, ma d’ora in avanti accontentatevi di Aryna, ha sofferto il giusto, quando dal 3/1 in suo favore si è trovata a dover fronteggiare due palle del 3/4. Superata senza danni la burrasca, è filata via come un Freccia Rossa verso il 2/0 che le vale la quarta semifinale Slam. Finora aveva centrato il penultimo turno due volte agli US Open e una volta a Wimbledon. Aryna da Minsk stavolta può entrare in finale, e poi chissà, ma c’è da battere Magda Linette, che vuole riscrivere in due settimane la sua storia sportiva. Per chi andrà in finale tra loro due agli Australian Open 2023, sarà comunque una prima volta.
