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Asl, donne alla guida delle aziende sanitarie: solo Lazio e Toscana rispettano la parità di genere

Cesidio Vano
La quota di donne che ricoprono i ruoli di direttore generale, amministrativo, sanitario o di commissario straordinario sono in costante aumento in Italia
Gennaio 4, 2023

Lazio e Toscana sono le uniche due regioni d’Italia in cui c’è parità tra uomini e donne alla guida delle aziende sanitarie o ospedaliere (Asl). In Toscana, anzi, le donne che ricoprono incarichi di direzione superano, anche se di poco, il 50% (52,38%) mentre nel Lazio i due sessi si dividono praticamente a metà (50% donne, 50% uomini) le poltrone di vertice di Asl e Aziende ospedaliere.

In altre tre regioni (Emilia Romagna, Piemonte, Liguria) la percentuale di donne al comando delle aziende sanitarie supera il 40%, ma, solo nel caso dell’Emilia arriva a 45,75%. Per le altre si oscilla tra l’11,11% del Friuli Venezia Giulia e il 37,5% della Basilicata, mentre in Abruzzo e in Valle d’Aosta non risultano donne al vertice di queste strutture. 

Al riguardo, vale la pena osservare – come fanno i ricercatori – che non tutte le regioni hanno lo stesso numero di aziende sanitarie e quindi di dirigenti. Così se è pur importante rilevare come in alcune regioni non vi siano donne a ricoprire incarichi di vertice, è anche vero che in Valle d’Aosta si trova una sola azienda sanitaria e in Abruzzo 4. Inoltre, la Regione Marche ha da poco varato un riordino del sistema sanitario regionale, per cui i dati relativi a tale regione non sono stati presi in considerazione.

Asl, l’analisi

I dati li ha forniti ieri la piattaforma Openpolis.it che ha analizzato, appunto, la presenza nelle caselle di comando, di aziende sanitarie e ospedaliere, in tutt’Italia, per verificare quanta parità ci sia, nelle nomine fatte, tra i due sessi.

I numeri del Lazio

Sostanziale parità tra uomini e donne ai vertici di Asl e Aziende ospedaliere nel Lazio. Ma se si considerano i soli incarichi di direzione generale (o commissario straordinario), la nostra regione, dal secondo posto nazionale, scende al quarto con il 46,1%. Se, invece, si tiene conto solo del numero delle donne che occupano il ruolo di direttore sanitario e amministrativo scivola addirittura al 6° posto con una percentuale del 42,86.

I numeri di Openpolis

In Italia, sono poco meno di 1/3 le donne che ricoprono un incarico di vertice nelle aziende sanitarie (Asl) o aziende ospedaliere (Ao) italiane. Poco più di 1/5 le donne direttrici generali di un’azienda sanitaria. Quelle che ricoprono il ruolo di commissario straordinario sono solo 2 su 18. Il ruolo di vertice più di frequente ricoperto da donne è quello di direttore amministrativo (41,8%).

Secondo l’ordine dei medici e degli odontoiatri, nel 2022 per la prima volta il numero di donne medico sotto i 70 anni ha superato il numero di uomini (50,9%). Un dato che cresce al diminuire dell’età. Già lo scorso anno infatti il numero di donne superava quello di uomini considerando la fascia sotto i 65 anni. Il rapporto arriva a quasi 2 su 3 (64%) se si considerano gli iscritti all’albo compresi tra i 40 e i 44 anni di età. Eppure questa crescita si riflette solo limitatamente sui vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere. Come spesso accade infatti, la crescita della presenza femminile in certi settori non implica di per sé un aumento parallelo delle donne che in quegli ambiti ricoprono ruoli chiave.

Chi guida le Asl e le Ao

Nel complesso, in Italia, le donne che ricoprono incarichi di vertice in Asl o Ao sono poco meno di 1/3 (31,5%). Un dato solo in leggerissimo aumento rispetto allo scorso anno, nonostante nel corso del 2022 siano state oltre 150 le nomine effettuate nelle varie regioni per questi ruoli. “Peraltro – spiegano da Openpolis – se nel 2020 erano state solo il 28% le nuove nomine conferite a delle donne, nel 2021 la percentuale era cresciuta molto, arrivando al 37,3%. Nel corso del 2022 tuttavia si è nuovamente scesi arrivando a quota 33,3%.

Italia, i ruoli apicali: direttori generali e commissari

Se si guarda alle figure principali dei vertici aziendali, ovvero i direttori generali (o se presenti i commissari straordinari), il dato osservato in precedenza cala fino poco più di 1/5 (20,47%). Anche in questo caso, le differenze tra le diverse regioni si mostrano in tutta evidenza. Salgono infatti a 8 le regioni in cui nessuna donna ricopre questo incarico (sempre escludendo le Marche) e diversi cambiamenti si osservano anche nei primi posti in classifica. 

La Toscana infatti, prima nel dato complessivo, scende ora al quinto posto (28,6%). Mentre al primo si trovano a pari merito Basilicata, Sardegna ed Emilia-Romagna, tutte al 50%. Il ruolo di vertice in assoluto più spesso ricoperto da donne è quello di direttore amministrativo.

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