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Addio alle carote del Lazio: distrutte sui campi per il crollo dei prezzi. Pandemia e guerra favoriscono l’import dall’Africa

Cesidio Vano
Appello alla Regione: riequilibrare i costi. 10 centesimi al chilogrammo contro i 18 centesimi al chilo che servono per produrre le carote, quando al mercato un chilo di carote viene venduto mediamente a 1,50 euro.
Giugno 24, 2022

Centinaia di tonnellate di carote distrutte nel Lazio direttamente nei campi, senza neanche raccoglierle. E’ la prima conseguenza tangibile della crisi economica che sta colpendo l’agricoltura a causa della guerra in Ucraina e l’assalto dei mercati esteri.

Era già accaduto in provincia di Chioggia ad inizio giugno. Ora il dramma si ripete nelle coltivazioni della nostra regione. Il crollo del prezzo con cui l’ortaggio viene pagato al produttore rende più conveniente fresare le carote ancora nei campi che raccoglierle, selezionarle e avviarle alla vendita: 10 centesimi al chilogrammo contro i 18 centesimi al chilo che servono per produrre le carote, quando al mercato un chilo di carote viene venduto mediamente a 1,50 euro.

Tra i maggiori centri agricoli che producono il tuberiforme nel Lazio c’è il Comune di Maccarise dove nei giorni scorsi i coltivatori hanno preferito macinare tutto il raccolto sui campi: “Stiamo parlando di prezzi di appena 10 centesimi al kg riconosciuti oggi ai produttori quando il consumatore spende 1,50 euro per comprale la stessa quantità in qualsiasi supermercato” hanno spiegato.

A rendere non sostenibile la produzione, oltre alla concorrenza interna da parte di altri produttori c’è anche il problema dell’import dall’Africa e allo stop dell’export. “L’embargo contro la Russia ha creato un enorme problema nel mercato – è stati spiegato -. I produttori del nord Africa all’improvviso hanno immesso un enorme quantitativo di prodotti, un’offerta talmente eccedente da far precipitare i prezzi. A queste condizioni non ci può essere una vendita, non conviene”. 

L’allarme è risuonato anche nei palazzi della politica con un invito rivolto all’assessore regionale all’Agricoltura e alla giunta Zingaretti affinché si adottino misure per sostenere i produttori. Un appello è stato lanciato dal consigliere regionale Giancarlo Righini,  vicepresidente della Commissione Regionale Agricoltura e Ambiente. Righini ha definito “non accettabile” che gli agricoltori siano costretti a distruggere il loro prodotto perché il ricavato della vendita non copre nemmeno i costi.

“Chiederò all’Assessore alla Agricoltura di intervenire per riequilibrare il prezzo delle carote e al contempo rivedere la congruità dei prezzi anche di altri prodotti della terra, adeguandoli allo stato di crisi che sta flagellando il comparto nel Lazio, per una più equa distribuzione dei ricavi per tutti gli attori della filiera. Ci sono in gioco posti di lavoro, investimenti fatti, cura dei terreni coltivabili” ha aggiunto Righini che ha annunciato una mozione alla Giunta Zingaretti “per sollecitare politiche di sostegno all’agroalimentare colpito prima dalla contrazione della domanda dovuta alle chiusure Covid, poi  dall’esponenziale aumento dei costi dell’energia e delle materie prime ed oggi dalla siccità e dal razionamento idrico”.

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