È semifinalista a Parigi, per la prima volta, ed è il nuovo numero uno del mondo. Tutto in un pomeriggio per Jannik Sinner, che a 22 anni e dieci mesi scala quel ranking che lo ha visto protagonista in modo prima timido, quasi pudico, e poi in un’ascesa irrefrenabile.
L’esile giovinetto che viene dal freddo in un’intervista concessa a un’emittente specializzata lo aveva detto quando aveva 18 anni e si accingeva a esordire tra i professionisti della racchetta. Alla domanda di sempre “dove pensi di arrivare con il tennis?” aveva risposto con piglio sicuro, ma senza alcuna spavalderia: al numero uno del mondo.
Una promessa fatta alle montagne che circondano San Candido, ai tanti appassionati della Penisola che attendevano un nuovo campione dai tempi di Adriano Panatta, a papà Peter e soprattutto a se stesso, perché fare i bagagli e andarsene lontano da casa, a nemmeno 15 anni, non è cosa comune, quale che sia la tua attività e quali che siano i tuoi sogni.
A Bordighera, sotto l’occhio vigile e protettivo di Riccardo Piatti, i primi passi di un percorso ambizioso che avrebbe conosciuto intoppi, affrontato dubbi, abbattuto pregiudizi, per approdare laddove quel rosso filiforme aveva indicato col suo sorriso da adolescente e con quel garbo che gli è prezioso compagno di viaggio.
Dopo aver superato l’insidia atipica di Moutet, enfant du pays un po’ sprezzante e guascone, che ha visto il suo estro brillare in modo effimero per un set illusorio e cancellato brutalmente dal resto della gara, a Jannik Sinner nei quarti è toccato ancora Dimitrov.
Il bulgaro lo aveva battuto a Roma nella prima sfida, per poi subire cocenti sconfitte sul cemento, dove la superiorità di Jannik è apparsa nitida e quasi imbarazzante.
Sul mattone tritato però, il talentuoso Gregor pensava di potersi avvicinare, e così Sinner si è visto costretto a due set quasi perfetti per sradicare la convinzione del mancato erede di Federer. Un tennista delizioso ma mai troppo vincente, Dimitrov, per cui si erano sprecati paragoni illustri, in qualche modo giustificati da un talento non comune.
Ora gioca a braccio libero, ed è un’insidia per tutti. Per tutti o quasi, perché Jannik non ha tremato e ha superato anche quel piccolo passaggio a vuoto di quando, sul 5/4, ha servito per chiudere set e match, venendo sorprendentemente brekkato, per la prima volta nel confronto.
Niente paura, però, perché al tiebreak il braccio fatato del rosso della Val Pusteria non ha avuto tentennamenti.
Pressoché in concomitanza con il felice esito del match, e in verità in lieve anticipo, era arrivata l’ufficializzazione del ritiro di Novak Djokovic, che domani non potrà scendere in campo contro Ruud.
E allora a fine Roland Garros, nella classifica ufficiale ATP, Jannik Sinner sarà certamente il numero uno, a prescindere dai risultati dei prossimi match di questa edizione 2024 del major parigino.
Un sogno che si avvera: il primo italiano capace di sedere sul trono mondiale del tennis è un ragazzo composto, dal viso pulito. Non ha ancora 23 e ha tanti, tantissimi sogni da inseguire. Senza gridare, col suo braccio veloce e le sue gambe da sciatore. Intanto c’è un trofeo da vincere, altre due gare per diventare imperatore di Francia e per succedere a quel Novak Djokovic costretto ad arrendersi senza combattere, perché l’anagrafe, a volte, presenta il conto anche alle leggende.
Comunque finirà, grazie Jannik, grazie numero 1!