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Pua di Latina sotto accusa: penalizzato lo sviluppo economico del litorale. Gli errori delle gestioni passate

Marco Battistini
Giugno 22, 2023

Il piano di utilizzazione degli arenili di Latina fa discutere. Il Comune aveva adottato preliminarmente il Pua nel 2020 e poi lo aveva riadottato il 28 dicembre 2022 con la nuova delibera aggiuntiva della Valutazione ambientale strategica (Vas), l’amministrazione aveva pubblicato a marzo scorso l’avviso pubblico di avvio della consultazione per la procedura di Valutazione Ambientale Strategica con le osservazioni depositate dai portatori di interesse ai quali il Comune dovrà controdedurre. Da allora nessun passo in avanti, anzi, le osservazioni al Pua hanno messo in imbarazzo chi ha gestito in questi anni la vicenda.

I PUNTI CRITICI

Dalle osservazioni sono emerse criticità importanti. Il Pua proposto non considera nel Tratto A, tutte le previsioni del precedente PUA approvato; nel Tratto B le previsioni di ben 11 chioschi sul tratto di strada che collega Capo Portiere a Rio Martino, costituenti strutture di servizio alla balneazione, a cui sono poi state anche annesse aree in concessione sulla spiaggia. Il Pua del Comune di Latina, a differenza di quello regionale, non intende incentivare i potenziali concessionari a investire in progetti più duraturi nel tempo e comprendenti elementi di miglioramento e manutenzione dello spazio pubblico a favore della collettività.


Sono assenti i Punti di Ormeggio. Sussiste la necessità di dare, per quanto possibile, un maggiore sbocco alle attività di diporto con la previsione di un numero di concessioni adeguate in relazione all’estensione del lungomare. Sono assenti gli Esercizi di Ristorazione. Il Regolamento Regionale n. 19/2016 stabilisce la possibilità per i Comuni di disciplinarli, il Pua adottato omette ogni disciplina di queste attività sia per le strutture già assentite in concessione, che per nuove previsioni. E’ indubbio che lo sviluppo del turismo passa anche attraverso la possibilità per gli alberghi e le strutture che offrono al pubblico ospitalità, di dare servizi correlati alla peculiarità del territorio, anche attraverso la previsione di modalità di accoglienza mediante la previsione di B&B, case vacanze, Albergo diffuso.

La mancata conferma delle previsioni dei chioschi su strada, nel tratto di lungomare ricadente nell’area del P.N.C., rappresenta una carenza rilevante e significativa. Gli stessi atti del PUA adottato richiamano le previsioni del Piano del Parco che consentono il mantenimento di tali chioschi. Non è chiaro quindi il perché gli stessi non siano considerati nel PUA adottato, come strutture di servizio alla balneazione da mantenere e, possibilmente, da qualificare ulteriormente sotto il profilo dei servizi alla balneazione. La mancata previsione di utilizzo di parchi acquatici gonfiabili nella stagione estiva. Di grande richiamo e dall’impatto ambientale nullo, i parchi acquatici gonfiabili rappresentano un grande richiamo per il turismo costiero, soprattutto giovanile. 

OMBRE ALL’ORIZZONTE

L’attuale revisione del Pua manca totalmente di una prospettica previsione di sviluppo e penalizza anche sotto il profilo dei vincoli urbanistici e paesaggistici, una situazione di fatto esistente, senza avere il coraggio di esplorare una nuova visione di utilizzo del bene demaniale in un quadro complessivo di utilizzo turistico-balneare della Marina di Latina. Ad alzare la voce è la nuova amministrazione Celentano, attraverso le parole dell’assessore Di Cocco. “Viviamo il mare da sempre e vogliamo utilizzare tutte le opportunità che ci dà la legge per dare servizi non solo ai balneari, ma a tutta la città – ha spiegato l’assessore al Turismo e alla Marina Gianluca Di Cocco – gli operatori che hanno presentato le osservazioni ci daranno spunti utili per capire ciò che dobbiamo modificare nei limiti di ciò che le norme consentono”. Alla nuova amministrazione spetta l’onere di indicare la strada giusta per Latina, ovvero lo sviluppo economico basato sul rilancio del litorale. Senza un’azione sinergica volta a modificare regole lontane dalle esigenze di operatori commerciali, imprenditori balneari e del settore della ristorazione, i problemi maggiori, anche in termini di consenso, l’avranno proprio i recenti vincitori delle amministrative.

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