Si era data una chance, grazie a un’impennata d’orgoglio che le è valsa otto successi in nove gare, ma nel momento più delicato l’Armani Milano di Messina è di nuovo caduta, sul campo dei campioni in carica dell’Efes, parimenti bisognosi di punti che potessero garantire la post season.
Inevitabilmente, da tre stagioni a questa parte è sempre l’Efes a chiudere in faccia a Milano la porta del sogno, ma stavolta è accaduto in regular season e l’Armani, pur disponendo di un organico importante, dovrà essere solo spettatrice della fase successiva.
Indubbiamente il treno dei playoff è stato perso prima, attraverso una sciagurata gestione dell’emergenza. Quando tanti, troppi infortuni hanno falcidiato il roster milanese, chi doveva limitare i danni non è riuscito nell’intento.
La deriva tecnica, atletica e psicologica ha trascinato Milano in fondo alla classifica e da lì risalire è stato di fatto impossibile, sebbene la cura Napier abbia rivitalizzato la squadra.
Perché mai i lombardi non abbiano trovato un sostituto di Pangos con tempestività non è dato saperlo, ma per molte partite di Eurolega il quintetto Lombardo ha giocato di fatto senza un play di ruolo.
Ieri, in Turchia, a negare l’impresa impossibile è stato un Efes rivitalizzato da Larkin, con Micic in gran spolvero e Pleiss uomo chiave sotto le plance.
Milano si è illusa grazie a un paio di triple di Voigtmann in apertura di confronto, ma le altre bocche da fuoco delle scarpette rosse sono state imbavagliate dalla formidabile difesa allestita da coach Ataman.
A cancellare ogni speranza del quintetto italiano è stato in sostanza il secondo quarto, quando anche Beaubois e Bryant hanno fatto la voce grossa dall’arco.
Al riposo si è andati già col verdetto scritto e gli ultimi due quarti lo hanno ratificato, senza ingigantire le dimensioni della sconfitta.
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Sebbene non avesse più speranze di post season, si attendeva dalla Virtus Bologna una prestazione almeno dignitosa.
Così non è stato e il Maccabi a Tel Aviv ha spadroneggiato, chiudendo con 31 lunghezze di margine attivo la sfida con i felsinei.
Non era questo che Scariolo aveva chiesto ai suoi ragazzi, visto che Bologna si prefigge di chiudere la stagione europea con la migliore posizione possibile, per celebrare il rientro nel basket d’élite continentale.
Colson e Baldwin erano però di diverso avviso è contenerli per i bolognesi è stato un vero problema. Nebo ha completato il trio delle meraviglie, esaltando i tanti tifosi israeliani.
La Virtus Segafredo può almeno apprezzare le prove di Mannion e Abass, ma nei prossimi impegni l’approccio ai match dovrà essere differente, altrimenti il piazzamento finale potrà essere mortificante.
La settimana prevede un doppio turno, ma ora per le italiane non sarà semplicissimo trovare le motivazioni per chiudere al meglio, a dispetto dell’obiettivo mancato.