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Emergenza rifiuti Roma: Ama e Rida ai ferri corti

Marco Battistini
Ama e Rida Ambiente non hanno ancora firmato il contratto per il trattamento dei rifiuti indifferenziati per tutto il 2023. Un accordo che avrebbe permesso alla municipalizzata di inviare nello stabilimento di Rida circa 240mila tonnellate di immondizia
Dicembre 29, 2022

Natale con diversi cumuli di immondizia a terra e inizio anno col rischio emergenza rifiuti per Roma.

Ama e Rida Ambiente, società che gestisce il Tmb di Aprilia, non hanno ancora firmato il contratto per il trattamento dei rifiuti indifferenziati per tutto il 2023. Un accordo che avrebbe permesso alla municipalizzata di inviare nello stabilimento di Rida, nel corso dell’anno che verrà, circa 240mila tonnellate di immondizia “tal quale”: oltre il 25% della produzione cittadina.

Questo significa che, almeno ad oggi, da lunedì della prossima settimana 900 tonnellate al giorno di rifiuti (4.500 ogni settimana) rischiano di restare in terra e quindi di mandare la città in emergenza. Il motivo del mancato accordo, stando alle indiscrezioni, sarebbe legato all’assenza di sbocchi nel termovalorizzatore di Acea a San Vittore tali da consentire alla Rida Ambiente di lavorare tutte le quantità di rifiuti di cui Roma ha bisogno.

Fino all’ultimo si cercherà di trovare una soluzione alla vicenda e di scongiurare un epilogo che metterebbe in ginocchio la Capitale, già privata (al momento) dell’uso del tritovagliatore di Ostia e del trasbordo a Saxa Rubra per la scadenza delle ordinanze commissariali che andranno rinnovate. Il fermo di queste due opzioni, che valgono 200 tonnellate al giorno, per ora è stato fronteggiato con un maggiore ricorso al Tmb Ama di Rocca Cencia e a quello di Malagrotta. 

EMERGENZA RIFIUTI ROMA: INCOGNITA ALBANO

Poi va considerato che il 9 gennaio scadrà l’ordinanza del sindaco della Città Metropolitana di Roma, Roberto Gualtieri, per lo smaltimento dei rifiuti di Roma nella discarica di Albano. Se i commissari della Ecoambiente non otterranno l’autorizzazione dalla Regione, che attende da loro il deposito della fideiussione per la gestione post mortem dell’invaso, difficilmente potrà riaprire l’impianto dove Roma manda a smaltimento 1.100 tonnellate al giorno di scarti. In più, a prescindere dalla vicenda autorizzativa, si rincorrono voci contrastanti che, da una parte, vedrebbero Ecoambiente non volere consentire più il conferimento ad Ama ma solo ai restanti comuni della Città Metropolitana e, dall’altra, l’Ama scegliere autonomamente di non avvalersi di questa possibilità per virare verso i termovalorizzatori del nord.

Il Tmb di Guidonia non ha ancora aperto i cancelli, da poco sono stati ultimati i lavori alla strada di accesso, quindi Ama non può inviare le 100 tonnellate al giorno necessarie per il collaudo dell’impianto. Quantità destinate a crescere una volta che lo stabilimento sarà entrato in funzione. Ad ogni modo, la municipalizzata avrebbe sbocchi alternativi per fare a meno della discarica di Albano (il cui esaurimento era previsto tra fine gennaio e la metà di febbraio) ma non certo per provvedere alla “sistemazione” delle 900 tonnellate al giorno ad oggi destinate al Tmb di Aprilia e che da lunedì rischiano seriamente di non avere una “casa” diversa dall’asfalto delle strade.

L’opposizione in Campidoglio intanto affila le armi. “Mentre il sindaco Gualtieri è intento ad organizzare concerti e festicciole varie – affermano i consiglieri di FdI Federico Rocca e Rachele Mussolini – in città rifiuti ovunque e raccolta inesistente. Una cartolina desolante che rischia di far inorridire gli ispettori di Expo 2030 attesi a breve. Il sindaco ha puntato tutto sul termovalorizzatore, che non vedrà la luce prima del 2026″. Per Fabrizio Santori, capogruppo della Lega, “Ama registra l’ennesimo flop: a nulla sono serviti gli accordi per aumentare il personale nei festivi con bonus e premi di risultato. La vera vergogna è il fatto che Roma sui rifiuti è sempre in emergenza e che il suo ciclo di smaltimento dipende da fattori esterni”. La sensazione è che sui rifiuti sia iniziata una partita a scacchi con evidenti ed inevitabili ripercussioni in chiave elettorale. 

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