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Tira una brutta aria in Ciociaria! Inquinamento atmosferico: maglia nera a Monte San Giovanni Campano

Redazione
Va male anche a Ceccano e in tutta la Valle del Sacco. Ecco i dati diffusi da Arpa Lazio.
Settembre 14, 2022
Monte San Giovanni Campano

Spetta a Monte San Giovanni Campano la maglia nera di comune con la peggior aria nel 2021 in provincia di Frosinone. Lo certificano i dati diffusi dall’Arpa Lazio con il report sulla qualità dell’aria 2021. La situazione più grave, nel complesso, è sempre quella della Valle del Sacco: in nessun altro centro della regione, infatti, si riscontrano tanti sforamenti come in quell’area.

E’ stata infatti la cittadina monticiana a far registrare il maggior numero di superamenti giornalieri di Pm10 (le cosiddette polveri sottili) nel corso dello scorso anno. Ben 159 i giorni in cui le centraline dell’Agenzia regionale per l’ambiente hanno rilevato una concentrazione oltre il limite consentito (50 microgrammi per mc) di Pm10. Sono consentiti 35 sforamenti l’anno, oltre i quali i Comuni sono chiamati ad attivare precise misure di contenimento dell’inquinamento atmosferico, come previsto dal piano regionale di risanamento della qualità dell’aria. Misure spesso più formali che funzionali, come il blocco delle auto alla domenica. 

Inoltre Monte San Giovanni Campano è anche il comune record per valori assoluti: la concentrazione annua delle PM10 fa registrare ben 85 microgrammi per metro cubo (la soglia limite è 40). Segue in questa mini classifica Ceccano con 58 microgrammi/mc, Sora con 55, Anagni con 46, Ferentino con 44.

Ad ogni modo – e non c’è da consolarsi – i monticiani sono in buona compagnia: subito dopo, in questa triste classifica sugli sformanti giornalieri, si collocano i comuni di Ceccano con 138 sforamenti e Sora (122). A seguire, una trentina di comuni, molti ricadenti nella famigerata (per livello di compromissione ambientale) Valle del Sacco: Anagni (121), Ferentino (113), Veroli (109), Alatri (106), Torrice (97), Castro dei Volsci (90), Roccasecca (87), Boville Ernica (82), Sant’Elia Fiumerapido (81), Arce (78), Cassino (76), Castelliri (75), Aquino (74), Castrocielo (74), Pontecorvo (73), Frosinone (71), Isola del Liri (69), San Giovanni Incarico (68), Fontana Liri (67), Arnara (66), Ripi (64), Cervaro (63), Patrica (63), Piedimonte San Germano (61), Ceprano (58), Strangolagalli (58), Arpino (48), Casalvieri (44), Villa Santa Lucia (42), Colfelice (41) e Zagarolo (40).

Va detto però che Arpa Lazio non ha centraline in tutti questi centri: l’Agenzia regionale ha punti di rilevamento a Frosinone (due); Alatri, Anagni, Cassino, Ceccano, Colleferro (due); Ferentino e Fontechiari (lontana dalle aree urbanizzate più grandi, ritenuta una stazione per il rilevamento dell’inquinamento di ‘fondo’).Questa precisazione, assieme alla lettura di alcuni valori (ad esempio nel 2021 l’aria a Frosinone risulta meno inquinata di quella di Torrice o Castelliri!) lasciano capire che – come lo stesso report di Arpa spiega – i dati forniti sono frutto di un’elaborazione sulla base di un modello matematico, che ha così permesso una mappatura ‘virtuale’ di tutto il territorio ciociaro.

“Un sistema modellistico – spiegano da Arpa Lazio – che a partire dalle caratteristiche meteorologiche, micro meteorologiche, orografiche ed emissive del territorio” si ritiene “sia in grado di ricostruire la dispersione, le trasformazioni chimiche (sia in fase gassosa che solida) delle sostanze che vengono immesse (e delle sostanze che risiedono) in atmosfera»,

Con tale ‘stratagemma’, la mappatura risulta completa e vengono ‘stimati’ anche comuni con pochi superamenti (comunque entro la tolleranza dei 35 giorni/anno o con zero sforamenti ‘teorici’: Esperia (35), Broccostella (32), Gallicano nel Lazio (32), Colleferro (30), Amaseno (19), Giuliano di Roma (19), Gavignano (12), Labico (11), Monte Compatri (11), Morolo (10), Collepardo (9), Colonna (9), Falvaterra (9), Fumone (8), Genazzano (7), Cave (6), Fontechiari (6), Montelanico (5), Acuto (3), Ausonia (2), Coreno Ausonio (2), Gorga (2), Carpineto Romano (0) e Castelnuovo Parano (0).

Un modello che però non fa sconti a nessuno, neanche ai centri montani arroccati sugli appennini, ‘colpa’ della centralina di Fontechiari che – a dispetto dell’aria pura che uno pensa di poter respirare in Valcomino e ai piedi del Pnalm – fa registrare numerosi eccessi: Atina arriva a 81 sforamenti anni, Alvito a 59, Pescosolido (52), San Donato Val di Comino (43), Gallinaro (34), ), Trivigliano (23), Picinisco (12), Guarcino (11), Trevi nel Lazio (11), Torre Cajetani (6), Campoli Appennino (5), Casalattico (4), Fiuggi (4), Settefrati (1), Villa Latina (1), Acquafondata (0), Belmonte Castello (0), Filettino (0), San Biagio Saracinisco (0), Terelle (0), Vallerotonda (0) e Viticuso (0).

Ora, calcolare che a Settefrati, in un imprecisato, unico, giorno nel 2021, si sia superata la soglia di inquinamento atmosferico è forse chiedere troppo a qualsiasi modello matematico. Ma, comunque, tant’è.

Il monitoraggio di Arpa ha riguardato anche le polveri ultra sottili (le PM2,5) corpuscoli tanto microscopici che penetrano con maggiore facilità nelle vie respiratorie e nei polmoni. Questi i principali comuni fuori regola. che anche in questo caso sono spesso ricadenti nella Valle del Sacco. Sul podio più alto sempre Monte San Giovanni Campano (79 sforamenti), poi a seguire: Sora (51), Anagni (40), Ceccano (36), Ferentino (34), Castro dei Volsci (34), Sant’Elia Fiumerapido (32), Castelliri (30), Isola del Liri (30) e Veroli (30).

Nel suo report, Arpa Lazio scrive inoltre che: “Il benzene supera la media annua nella sola valle del Sacco. Il ‘benzo(a)pirene’ supera la media annua nella zona appenninica e nella Valle del Sacco, mentre per il biossido di azoto nella Valle del Sacco si osservano le concentrazioni maggiori presso i centri urbani più densamente popolati nell’aria interessata dal passaggio dell’Autostrada del Sole”. Infine, è migliorata nel 2021 la situazione dei venti: lo scorso anno è risultato leggermente più ventoso dell’anno precedente.

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