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Il Pd ciociaro è già balcanizzato e il rischio tracollo post elezioni. Lega e Forza Italia: l’incubo del blitz dei paracadutati

Licandro Licantropo
In Ciociaria il cassinate si è messo di traverso, indebolendo la posizione. Mettetevi nei panni del segretario regionale Bruno Astorre che, per il Basso Lazio, riceve tre designazioni diverse. E inoltre ha la necessità di sistemare un big come l’onorevole Claudio Mancini.
Agosto 12, 2022
Bruno Astorre

I 19 collegi blindati dell’Emilia Romagna fanno gola ai big nazionali del Pd, ma il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha messo subito le mani avanti: “Non vogliamo paracadutati, qui servono candidati autorevoli e radicati nei territori”. E’ sembrato non solo un altolà a Enrico Letta, ma probabilmente l’inizio di una dialettica congressuale. Ormai nel Partito Democratico non ci si aspetta nulla di buono dal risultato del 25 settembre e sono iniziate le grandi manovre. L’accordo tra Carlo Calenda e Matteo Renzi riduce ulteriormente spazi e seggi. Non si possono preparare elezioni di questo tipo senza tenere conto del sistema con il quale si va alle urne. Enrico Letta ha sbagliato tutto ciò che poteva sbagliare. L’attribuzione finale dei seggi, oltre allo strapotere del centrodestra, potrebbe determinare una situazione nella quale il centrosinistra a traino Pd avrebbe un vantaggio esiguo nei confronti sia dei Cinque Stelle che del Terzo Polo. Le possibilità che Enrico Letta sia chiamato a rispondere politicamente del proprio operato sono altissime. Stefano Bonaccini si sta scaldando, Dario Franceschini non ne ha bisogno.

GUARDIA ALTA CONTRO IL RISCHIO DEI PARACADUTATI

Nelle province di Frosinone e di Latina i partiti del centrodestra stanno puntando molto sul territorio. Tuttavia le situazioni sono diverse. In Fratelli d’Italia non ci saranno problemi per il senatore Massimo Ruspandini e neppure per il senatore Nicola Calandrini. Ruspandini concorrerà in un collegio maggioritario (probabilmente quello della Camera Frosinone-Sora) e potrebbe essere inserito anche nel proporzionale. Calandrini dovrà aspettare le scelte di Giorgia Meloni (è uscente nel collegio di Latina e tocca a lei la prima scelta), ma sicuramente sarà tenuto nella debita considerazione per una conferma. Negli altri partiti del centrodestra la situazione invece andrà monitorata. Per esempio nella Lega Matteo Salvini vuole assolutamente sottrarre due esponenti di rilievo a Forza Italia: si tratta dell’imprenditore e patron della Lazio Claudio Lotito e dell’editore Antonio Angelucci. Poi c’è sempre il sottosegretario al Mef Federico Freni. I collegi uninominali del Basso Lazio sono considerati blindati. E’ per tutti questi motivi che Nicola Ottaviani continua ad avere un filo diretto con Matteo Salvini e Claudio Durigon.
In Forza Italia c’è la necessità di garantire un seggio a Paolo Barelli e Antonio Tajani sta cercando una soluzione da queste parti. Claudio Fazzone lo sa benissimo e infatti non si fida. D’altronde la storia politica delle elezioni insegna che i “paracadutati” non vengono di certo annunciati, ma calati dall’alto e inseriti nei collegi tra le 4 e le 5 nella notte che precede la presentazione ufficiale delle liste.

IL CENTROSINISTRA RIBALTATO IN CIOCIARIA

Complicato che Francesco De Angelis possa riuscire a strappare una candidatura eleggibile nel proporzionale. Avrebbe avuto bisogno del sostegno congiunto delle federazioni di Latina e Frosinone: invece ognuna è andata per la sua strada. In Ciociaria inoltre il cassinate si è messo di traverso, indebolendo la posizione. Mettetevi nei panni del segretario regionale Bruno Astorre che, per il Basso Lazio, riceve tre designazioni diverse: una dalla federazione provinciale di Frosinone, una da quella di Latina, l’altra dal cassinate. E inoltre ha la necessità di sistemare un big come l’onorevole Claudio Mancini, quello  che a Roma decide gli assetti e le strategie che contano. Ma non è solo questo: il nuovo assetto politico che si sta delineando rischia seriamente di togliere la leadership politica territoriale al Pd. Intanto perché il centrodestra non è mai stato così compatto in Ciociaria. In secondo luogo Azione e Italia Viva hanno già diversi amministratori nei Comuni. Potrebbero candidare, per esempio, il sindaco di Isola del Liri Massimiliano Quadrini alla presidenza della Provincia e compromettere sul nascere le possibilità del tris del Pd. Una vittoria del centrodestra all’Amministrazione Provinciale cambierebbe ogni prospettiva negli enti intermedi. Contemporaneamente ci saranno le regionali e con un Partito Democratico “terremotato” dalla batosta alle politiche niente sarebbe più scontato. Intanto perché la Regione Lazio è già diventata contendibile, ma in secondo luogo le candidature nella lista dovrebbero fare i conti con dei contraccolpi. Sicuri, per esempio, che Francesco De Angelis non rivendicherebbe una designazione alle regionali? Gli uscenti sono Mauro Buschini e Sara Battisti, poi c’è il presidente della Provincia Antonio Pompeo. Infine il cassinate, ormai diviso tra Enzo Salera e Barbara Di Rollo. Una balcanizzazione vera e propria che non promette nulla di buono. Fra l’altro bisognerà anche capire come avverrà il riposizionamento nazionale e regionale. Nicola Zingaretti non potrà essere più il centro di gravità nel Lazio e sia Roberto Gualtieri che Goffredo Bettini dovranno tenerlo presente. Bruno Astorre e Daniele Leodori si stanno organizzando, con la “benedizione” di Dario Franceschini. In Ciociaria da anni domina Pensare Democratico di Francesco De Angelis, capace di passare senza scossoni da Ignazio Marino a Matteo Orfini, fino a Nicola Zingaretti. Ma adesso lo scenario è destinato a capovolgersi completamente, in maniera perfino imprevedibile. Fra l’altro il Pd in Ciociaria negli ultimi anni ha perso molte elezioni comunali importanti: Pontecorvo, Ceccano, Frosinone, Alatri, ma pure Anagni e Fiuggi. Lo strapotere negli enti intermedi ha rappresentato un presidio di sopravvivenza politica. Ma con tanti amministratori già con Carlo Calenda e Matteo Renzi quel tipo di castello rischia davvero di crollare.

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