Ventiquattro, più di ogni altro giocatore nella storia del tennis.
Il numero dei successi nei Major di Novak Djokovic si aggiorna con una continuità sorprendente, almeno a livello anagrafico.
Il serbo sembra aver abbattuto le barriere del tempo e di fatto sta vincendo più prove dello slam dopo i 30 di quante ne avesse vinte in precedenza.
Sono cambiati anche gli avversari, perché Federer sull’erba e ancor più Nadal sulla terra battuta erano avversari quasi impossibili da superare, mentre ora non v’è superficie dove Djokovic non possa puntare al massimo traguardo.
Ieri, contro un Medvedev encomiabile per la tenacia con la quale ha cercato di cambiare il copione, Nole ha compiuto il suo capolavoro nel secondo set, quando l’avversario ha operato il suo massimo sforzo.
Cancellata una palla set al decimo gioco, ha poi saputo tirar fuori tre punti di fila dal 4/5 al tiebreak, con giocate pregevoli.
È stata, come ampiamente prevedibile, una battaglia lunga ed estenuante da fondo campo, ma Djokovic ha avuto il merito di andarsi a prendere in più di una circostanza il punto a rete, con qualche volée davvero pregevole. Inoltre ha punito la posizione attendista del russo, servendo da destra in slice, una modalità rivelatasi nefasta per il suo avversario.
Tra le donne Aryna Sabalenka ha sperimentato sulla sua pelle come la forza bruta, se non accompagnata da un piano tattico ben preciso, possa rivelarsi inefficace o comunque insufficiente.
Così, Cori “Coco” Gauff, unico caso al mondo di 19enne veterana, ha colto davanti al pubblico di casa il primo successo in carriera in uno slam. Con pieno merito, e a dispetto di un approccio infelice, concretatosi nel 2/6 del primo set. Per l’allieva di Brad Gilbert potrebbe essere il primo di una nutrita serie.
POLEMICHE SUL TENNIS AZZURRO
Intanto sul tennis azzurro piove, non già l’acqua azzurra e chiara di Battisti e Mogol, ma quella stagnante e infida della polemica.
In vista della Davis, che sta per celebrare la sua fase di qualificazione, è arrivata la rinuncia di Sinner, che già in altre occasioni si era visto costretto a sacrificare la maglia azzurra in competizioni importanti a beneficio di una forma da ritrovare. Qualcuno lo ha evidenziato, tacciandolo di essere poco rispettoso della maglia azzurra, ma Jannik e il suo team non se ne crucceranno più di tanto, anche perché il campione altoatesino ha già dato la propria disponibilità per le eventuali finali.
Non ci sarà nemmeno Matteo Berrettini, che a New York ha, suo malgrado, aggiornato il conto dei suoi infortuni e ora sta tentando l’ennesimo recupero prima che la stagione si concluda.
Le polemiche infuocate però sono quelle tra il selezionatore Volandri e Fabio Fognini, che alla maglia azzurra è legato indissolubilmente, ma che non è stato ritenuto utile alla causa. L’esclusione, in favore di Vavassori, come lui specialista del doppio, ma con una storia tennistica ben diversa, è stata mal digerita dal ligure, che ha accusato Volandri di scarso rispetto.
La replica del citì non si è fatta attendere: Volandri si è detto molto sorpreso e deluso dalle parole di Fabio, ritenute ingiuste e non in linea con la realtà.
Volandri parla di un avvicendamento legato ai deludenti risultati di Fognini nei tornei Challanger, legato perciò a motivazioni anagrafiche e non già a una sottovalutazione di quel che Fognini ha sempre saputo dare in maglia azzurra.
In vista dell’impegno di Bologna, da domani, contro Canada, Cile e Svezia, un clima sicuramente infuocato. La parola al campo, cin l’esordio di Matteo Arnaldi, il nome nuovo del nostro tennis.
