Nessun definanziamento ma solo una rimodulazione dei fondi. Sulle linee tranviarie Tva e Togliatti il Campidoglio ha chiesto al Ministero dei Trasporti una rimodulazione meramente tecnica che non prevede il definanziamento della realizzazione della Tva. Verificata la possibilità e proposto lo spostamento dei fondi della Tva alla Togliatti e viceversa. In merito l’amministrazione attende una valutazione del Governo. Le ragioni di questa verifica sono state di natura cautelativa rispetto alla scadenza di giugno 2026 prevista dai fondi del Pnrr e legata al protrarsi delle operazioni di aggiudicazione da parte della stazione appaltante, peraltro; sia di natura operativa cioè di armonizzare i finanziamenti.
POLEMICHE NELLA MAGGIORANZA
Non mancano semmai tensioni nella maggioranza di centrosinistra sull’opera che collegherà la stazione Termini al Vaticano e fino al quartiere Aurelio. Incontri e scontri che hanno visto la maggioranza dividersi, facendo emergere una posizione mai nascosta, come quella del gruppo consiliare della Civica Gualtieri. Il gruppo creato dall’assessore al turismo e allo sport, Alessandro Onorato. La civica di Gualtieri sostiene le perplessità dei commercianti. Il capogruppo, Giorgio Trabucco, ha ribadito l’importanza di tenere conto delle perplessità di chi ha espresso contrarietà rispetto alla realizzazione della tramvia. Commercianti (soprattutto) e residenti, spaventati dai rumori, dalle vibrazioni, dai problemi che verranno causati dalla cantierizzazione. La Tva, che unirebbe la stazione Termini al Vaticano e al quartiere Aurelio, avrebbe dovuto diventare realtà per il Giubileo 2025, invece sarà un discorso postumo. Ma la fretta c’è: è finanziata in parte con fondi Pnrr e quelli, si sa, richiedono il rispetto ferreo di scadenze ben precise. La Civica, che non raramente si trova a scontrarsi su vari temi con altre forze di maggioranza, ha chiesto delle modifiche all’atto, con alcuni ordini del giorno alla fine inseriti nel dispositivo. Uno su tutti, il passaggio che mette nero su bianco la necessità di tenere in considerazione “problemi e sfide complesse” che richiedono “di essere adeguatamente risolti”.