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Thomas Bricca, indagini al palo e silenzio “imbarazzante”. In città si parla di “iniziative eclatanti”. Tensione alle stelle

Danilo Del Greco
Nessuna novità, ad oltre un mese dall’agguato, per la morte del 19enne ucciso con un colpo di pistola alla testa
Marzo 6, 2023
Thomas Bricca

Un silenzio assordante, inquietante, imbarazzante. Come una nube grigia e piena di tristezza da alcuni giorni è calato sul caso di Thomas Bricca, il 19enne di Alatri ucciso con un colpo di pistola alla testa intorno alle 20 del 30 gennaio in pieno centro storico.

E’ trascorsa una settimana esatta dal maxi interrogatorio al quale, all’ottavo piano del Palazzo di Giustizia di Frosinone, sede della Procura della Repubblica, è stato sottoposto, per oltre sei ore, Mattia Toson. Il 22enne di Alatri, che finora risulta essere l’unico indagato, con la generica accusa di omicidio volontario, per la morte di Thomas, in quell’occasione, stando a quanto trapelato, ha fornito la sua versione del fatti, ha contribuito a ricostruire i giorni e le ore immediatamente successive e seguenti all’assassinio. Ha chiarito il “buco” di circa mezz’ora nel suo alibi, secondo il quale avrebbe partecipato ad una cena proprio nel momento dei fatti, 30 minuti sui quali si erano concentrate le attenzioni degli inquirenti.

Poi, nel pomeriggio, appunto dopo sei ore, è stato rilasciato ed è potuto tornare a casa dove ad attenderlo c’era, tra gli altri, anche il fratello Niccolò Toson. Ricordiamo che i due ragazzi, due giorni dopo l’agguato a Thomas (colpito comunque per errore, essendo un altro il bersaglio, probabilmente quell’Omar ora in una località segreta e protetta del Nord Italia), si sono presentati spontaneamente nella caserma dei carabinieri di Alatri affermando, in sostanza: “Sappiamo che ci state cercando, eccoci, ma noi non c’entriamo niente”.

Sette giorni dopo quell’interrogatorio fiume tutto tace, in Procura le bocche sono a dir poco cucite. Un filo di voce a dire il vero è uscito solo alcuni giorni fa, ed ai più è apparso anche come minimo stonato essendo servito solo per un “richiamo” alla stampa, così nelle intenzioni del Procuratore, per evitare intralci alla giustizia e un ulteriore avvelenamento del clima generale. Dimenticando, però, che è proprio nel silenzio che gli animi si inaspriscono e il “veleno” cresce”.

C’è un’intera città che attende notizie, che vuole verità e giustizia per Thomas. Che si interroga sui “buchi” nelle indagini, sulle perquisizioni arrivate settimane dopo l’omicidio, sul mancato esame stub, sullo stesso interrogatorio di Mattia Toson giunto anch’esso dopo troppe settimane.

Bocche cucite, quindi, da tutte le parti e silenzio assoluto. Paolo, il padre di Thomas Bricca, dai suoi canali social continua ad annunciare iniziative per garantire giustizia al figlio, ad inveire, a porsi domande ma anche a “minacciare” azioni eclatanti.

Le stesse che da giorni, nel tam tam delle chat social, in modo sotterraneo, iniziano a circolare ad Alatri. Azioni di rottura, dopo quelle pacifiche della manifestazione di piazza, della fiaccolata, della messa, del convegno con don Ciotti. Il senso è uno solo: se la linea morbida finora non è servita, allora è forse il caso di passare ad iniziative più “energiche”.

Forse così si potrà garantire al caso e alle indagini quella svolta attesa ormai da oltre un mese. Tanto, troppo tempo. Un dato oggettivo inconfutabile, al quale si contrappone oggi solo quel silenzio imbarazzante che tanto male fa alle coscienze e che rischia di bruciare le speranze e i sogni di tanti giovani di Alatri e non solo,  

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