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Termovalorizzatore ‘congelato’: i ritardi dell’iter ed il silenzio del Campidoglio

Marco Battistini
Settembre 1, 2023
Termovalorizzatore

Termovalorizzatore, partenza falsa del Campidoglio. La gara per la progettazione, costruzione e gestione dell’impianto non è ancora stata pubblicata. Il cronoprogramma fissava la deadline al 31 agosto. Ricordiamo poi che l’unica manifestazione di interesse presentata, come già ampiamente preventivato, è stata quella del gruppo di imprese guidato da Acea Ambiente e composto da Hitachi Zosen Inova, Vianini Lavori e Suez. L’impianto dovrà essere realizzato in project financing. La proposta valutata dalla commissione tecnica quindi ha riguardato la progettazione, la costruzione e la gestione di un impianto in grado di trattare 600mila tonnellate l’anno di rifiuti più la cosiddetta “impiantistica ancillare”, strutture in grado di trattare gli scarti residui dal trattamento termico. Il termine ultimo che si è dato il Campidoglio è quello dell’estate del 2026. Per ora Gualtieri preferisce non pronunciarsi sui tempi di realizzazione dell’opera. Sembrano lontani i giorni degli annunci roboanti del nuovo impianto, Nella stessa maggioranza i dubbi e le perplessità sulla riuscita dell’operazione crescono di giorno in giorno

ATTESA PER LA NUOVA SENTENZA

Fra poco meno di 3 mesi il Consiglio di Stato si pronuncerà in merito ai ricorsi presentati dai comitati contrari all’impianto. Il Tar lo scorso luglio ha respinto i ricorsi di diversi comitati di cittadini di Santa Palomba contro la realizzazione del termovalorizzatore da 600mila tonnellate. Nel dettagli i ricorrenti avevano impugnato e chiesto l’annullamento delle ordinanze con cui Gualtieri, che oltre a sindaco di Roma è anche lo ricordiamo il commissario di Governo al Giubileo, aveva determinato il piano rifiuti di Roma Capitale, la sua approvazione in seguito a una valutazione ambientale strategica condotta dalla Città Metropolitana di Roma e la realizzazione nella zona industriale di Santa Palomba dell’impianto. Tra questi anche i comuni di Albano, Ardea e Ariccia.

I ricorsi, come scritto dai giudici nella sentenza, sono però stati rigettati perché “destituiti di fondamento”. “E’ con riferimento al complesso delle normative sulla pianificazione della gestione del ciclo dei rifiuti” si legge nel provvedimento, “che deve valutarsi il rispetto dei criteri direttivi eurounitari e non atomisticamente in funzione di uno specifico atto di pianificazione”. La previsione del Piano commissariale, in questo senso, non incide “sull’assetto complessivo del sistema”. E inoltre “non sembra potersi negare che la risoluzione delle questioni legate alla gestione dei rifiuti di Roma Capitale e alla chiusura del ciclo, anche assicurata da una razionalizzazione e realizzazione di nuovi impianti, compreso il tmv, abbia attinenza sia con le più generali politiche energetiche sia con la realizzazione di condizioni attesa a valorizzare” imprese e investimenti.

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