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Teatro Opera Roma, opposizioni: l’errore fu fatto dal Campidoglio

Marco Battistini
Maggio 20, 2024

Le opposizioni capitoline contestano le motivazioni che hanno portato la Giunta Gualtieri a proporre una doppia direzione per la Fondazione Teatro di Roma. “Francamente condivido fino a un certo punto la ricostruzione dei fatti – ha dichiarato il capogruppo di Fdi Giovanni Quarzo dopo l’intervento in aula Giulio Cesare dell’assessore alla Cultura capitolino Miguel Gotor che ha presentato la delibera sulla doppia direzione -. Non credo che si sia tentato di espropriare questo ruolo a Roma, sono convinto che ci sia stato sicuramente un cortocircuito, un errore sia di comunicazione sia di comportamento da parte di questa amministrazione nell’imminenza dei fatti – ha spiegato Quarzo -, cioè far diventare questa una crociata in cui il centrodestra cercava di appropriarsi della cultura, rispetto invece a una semplice dinamica da consiglio di amministrazione”. Un “errore – secondo Quarzo – che ha lasciato strascichi, ha allungato i tempi e ha costretto all’intervento molti soggetti sia nazionali sia di tutti i livelli istituzionali, una fibrillazione di cui si poteva fare a meno”. 

MINORANZE UNITE

Della stessa idea anche il consigliere di Italia Viva Valerio Casini che ha ricordato in aula che “abbiamo vissuto quelle settimane come una sorta di deriva autoritaria da parte del centrodestra, ma veniamo a scoprire oggi che, evidentemente, non c’era anche se a gennaio il sindaco ha prospettato, addirittura, un’opzione di scioglimento della fondazione con la sua comunicazione in Aula. Forse la verità – ha sostenuto Casini – è che il Campidoglio ha sottovalutato il dialogo, ha fatto un pasticcio con lo statuto e con la delibera che ha approvato sia la fondazione che lo statuto. L’errore – ha ribadito – è stato politico in primis del Campidoglio, tant’è che poi la soluzione è arrivata, banalmente aggiungendo un direttore. Quindi siamo contenti che si sia trovata una mediazione, ci dispiace che questo lavoro non sia stato fatto prima”. Anche Marco Di Stefano di Noi Moderati ha ricordato in Aula, con accenti ironici “che mi rallegrai del fatto che il sindaco ci aveva un po’ rassicurato dalle notizie che erano uscite a nove colonne sul `Blitz fascista’, `Sono tornati gli squadristi’, o qualcosa del genere. Il sindaco in aula ci spiegò che era un problema politico, di gestione, più che altro, da parte di Roma e io fui il primo ad appellarmi alla politica. A me, sinceramente – ha aggiunto – questa soluzione non è che mi soddisfa: sdoppiare le poltrone e mettere, a spese dei contribuenti, altre figure, lo potrà fare un consiglio d’amministrazione ma credo che la politica sia a un livello superiore, e trovi la mediazione del merito delle questioni. Anche se è stata fatta dal governo della Regione Lazio – ha sottolineato Di Stefano – questa sorta di mediazione non mi piace non voterò questa delibera: ho una serie di emendamenti per cercare di modificarla”. 

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