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Sequestro della discarica di Albano, la Capitale rischia una grave emergenza rifiuti

Marco Battistini
Si tratta di un sito di importanza assoluta per la Capitale che conferisce qui un migliaio di tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno.
Marzo 12, 2022
Discarica di Roncigliano, Albano

Il sequestro della discarica di Roncigliano rischia di gettare la Capitale in piena emergenza rifiuti. I sigilli sul sito nel territorio di Albano sono stati materialmente apposti dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Velletri, diretta dal capitano Giovanni Botta. L’ipotesi della Procura è che a Roncigliano sia in corso una illegittima gestione dell’impianto per assenza di un presupposto essenziale di efficacia della prescritta autorizzazione regionale, rappresentato dalle garanzie finanziarie previste per la c.d. gestione post mortem (della durata di 30 anni dalla intervenuta cessazione della fase di gestione corrente).
Le richiamate garanzie sono poste a presidio di una corretta salvaguardia ambientale del sito in tutto il periodo successivo alla sua fase di operatività, durante la quale una parte del compenso corrisposto al gestore per il conferimento dei rifiuti è prevista per assicurare tale adempimento postumo. Senza tali garanzie, in caso di cessazione sopravvenuta dell’impresa che gestisce la discarica, intervenuta a qualsiasi titolo e ben possibile nell’arco di 30 anni, i costi ambientali di manutenzione post mortem dovrebbero inevitabilmente ricadere su soggetti pubblici a livello territoriale.

Il Campidoglio cerca nuovi sbocchi

Si tratta di un sito di importanza assoluta per la Capitale che conferisce qui un migliaio di tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno.
Per fronteggiare l’emergenza rifiuti l’ex sindaca Virginia Raggi ne aveva disposto la riapertura attraverso un’ordinanza, prorogata a gennaio dal suo successore Roberto Gualtieri fino al prossimo 24 luglio.
Il tutto è avvenuto nonostante le proteste delle associazioni ambientaliste e i comitati di zona. Un problema in più ora per l’amministrazione capitolina. L’assessora Sabrina Alfonsi ieri sera ha provato a sminuire la portata del sequestro. “Il provvedimento disposto dal Tribunale di Velletri sulla discarica di Albano non mette in discussione nè l’ordinanza del sindaco Gualtieri, nè fa riferimento a problematiche ambientali del sito, ma la presunta mancanza di una tipologia di fideiussione -ha affermato l’assessora all’Ambiente di Roma Capitale- siamo già al lavoro per trovare gli sbocchi necessari per questi giorni e per non disperdere il lavoro fatto in questi mesi. Ci auguriamo che la vicenda possa essere chiarita già nei prossimi giorni”.


Errori e prospettive

A dire il vero il Comune di Roma Capitale sembra aver sottovalutato anche i problemi sorti sul sito sotto il profilo della tutela ambientale. Gualtieri, nel ‘giustificare’ la proroga contava sul fatto che la Regione Lazio si era impegnata ad affidare a inizio 2022 uno studio sui valori di fondo delle sostanze inorganiche presenti nell’invaso di Roncigliano e a procedere all’avvio della bonifica. Le analisi effettuate da Arpa Lazio a fine 2021 hanno rilevato sui pozzi di controllo della discarica di Albano valori di inquinanti ampiamente sopra i limiti di legge. Nel corso delle ultime analisi era stata riscontrata la presenza minacciosa e significativa di vari elementi chimici pericolosi per salute e ambiente nelle acque dei pozzi. Tra questi sono stati rintracciati: arsenico, ferro e zinco ben oltre i limiti massimi ammessi dalla legge n.152 del 2006.
Insomma una situazione ormai insostenibile che richiedeva una programmazione ben diversa da parte di Regione Lazio e Roma Capitale. Inoltre il sequestro della discarica di Albano rischia già nell’immediato di mettere AMA in seria difficoltà, bloccando lo sbocco finale degli scarti di trattamento della raccolta indifferenziata, con possibili gravi conseguenze sullo svuotamento dei cassonetti di Roma.
Alla luce dei fatti al sindaco Gualtieri non resta che trovare soluzioni credibili per poter chiudere il ciclo dei rifiuti, che a questo punto non può prescindere da un termovalorizzatore e una discarica di appoggio a servizio della città. 

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