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Sanità, rifiuti, infrastrutture: il Lazio non è la regione delle meraviglie, basta con le favole

Licandro Licantropo
Domani il primo confronto ufficiale tra i candidati alla Regione Lazio. Un’occasione ghiotta per capire il pensiero dei tre aspiranti governatori sulle priorità del Lazio
Gennaio 18, 2023
Domani alle 12 il direttore dell’AdnKronos Gian Marco Chiocci intervisterà i candidati alla presidenza della Regione Lazio

Domani alle 12 Adnkronos ospita a Palazzo dell’Informazione a Roma il primo confronto tra i candidati alla presidenza della Regione Lazio in vista delle elezioni del 12 e 13 febbraio. Sarà il direttore dell’agenzia Gian Marco Chiocci a condurre il dibattito tra Donatella Bianchi (Movimento Cinque Stelle), Alessio D’Amato (centrosinistra) e Francesco Rocca (centrodestra).

Un’occasione ghiotta per capire il pensiero dei tre candidati sulle priorità del Lazio. Ma anche per cercare di avere un quadro su quali sono le strategie di questa fase di campagna elettorale dominata, neppure a dirlo, dai sondaggi. Molto diversi l’uno dall’altro, come nella migliore tradizione degli appuntamenti elettorali.

I TEMI PRINCIPALI

Sono i due temi cardine di questa campagna elettorale. Il leit motiv di Alessio D’Amato è quello che lui stesso ha indicato nel corso della presentazione dei candidati del Terzo Polo a Roma. Quando, rivolgendosi al leader di Azione Carlo Calenda, D’Amato ha detto: “Caro Carlo, noi dobbiamo evitare che un mondo antico torni al governo della Regione Lazio, perché quel mondo antico ha provocato solo disastri. Tanti disastri”.

Un concetto che Sara Battisti, capolista del Pd in provincia di Frosinone, ha rimarcato ieri mattina. Riferendosi alla gestione della sanità da parte dell’allora giunta Polverini. Francesco Rocca sta battendo su punti precisi. Ha ripetuto ovunque: “Quello che mi sento di garantire è che quando sarò presidente della Regione Lazio, perché sarò presidente, darò ai cittadini ascolto: i sindaci di qualunque colore rappresentano la loro comunità e dovranno poter contare sulla Regione. Dobbiamo riportare dignità ai cittadini del Lazio, soprattutto per quanto riguarda la sanità. Credo che questo sarà il mio primo obiettivo. I cittadini non possono andare fuori del Lazio per curarsi. Vedere i cittadini costretti ad emigrare è un’umiliazione che io voglio superare con tutte le mie forze”.

Sui rifiuti: “Il Lazio è al 18° posto per la raccolta differenziata, un disastro, dobbiamo ripartire da questo. Il termovalorizzatore da solo non è una risposta, serve una cultura diversa sulla differenziata. Bisogna rifare il piano regionale dei rifiuti”. Su sanità e rifiuti la campagna elettorale si concentrerà. Ma è un fatto che la situazione nel Lazio sia  disastrosa sul piano dei rifiuti. Mancano le discariche, a Roma Roberto Gualtieri non riesce a superare l’emergenza. Come prima aveva fallito Virginia Raggi. In provincia di Frosinone il ciclo virtuoso si è interrotto da quasi due anni. L’immondizia dei cittadini ciociari viene smaltita nei termovalorizzatori del nord e questo ha un costo alto, che ricadrà sulle famiglie e sulle imprese.

L’Egato, il nuovo ente chiamato a occuparsi di questa materia, dovrà risolvere seriamente tali problemi. La “mission” del presidente Mauro Buschini è questa: per attuarla servono investimenti, progetti, strategie, piani. Nel bilancio appena approvato non si sono visti. Per questo Enzo Salera si è messo di traverso e altri sindaci hanno preferito non partecipare. 

Quanto alla sanità, il cavallo di battaglia di Alessio D’Amato è la gestione dell’emergenza legata alla pandemia Covid-19. Nel Lazio indubbiamente la situazione è stata gestita meglio che altrove. Ma parliamo appunto di emergenza. Nel periodo più complicato si è potuto ricorrere a soluzioni impossibili di attuare in una fase normale. Ma la sanità dell’ordinaria amministrazione ha fatto registrare nel Lazio seri e visibili miglioramenti? No. Le file ai Pronto Soccorso sono lunghissime,  le prenotazioni per esami importanti hanno tempi biblici, la mobilità passiva (il fatto che i ciociari vadano a curarsi altrove) mantiene numeri e proporzioni altissime. Il miglioramento non c’è stato e l’uscita dal commissariamento è stata pagata dai cittadini di questa regione. Non si è trattato di un colpo di bacchetta magica.

LE INFRASTRUTTURE DEL LAZIO

Nessuno parla invece di mobilità, logistica, collegamenti, opere infrastrutturali, investimenti per potenziare il digitale. Questo “pacchetto” è l’unico che si può coniugare insieme alla parola “rilancio”. La Regione Lazio (chiunque la amministri) non può continuare a fare spallucce sull’inquinamento della Valle del Sacco. Il problema dei problemi, da decenni: l’ambiente è stato devastato, i riflessi sulla salubrità dell’aria e sulla salute delle persone sono acclarati. Inoltre la mancata bonifica impedisce alle imprese di investire e di restare in questo territorio.

Poi c’è la Stazione dell’Alta Velocità in territorio di Supino-Ferentino. Altra opportunità che Nicola Zingaretti ha fatto sparire. Invece è fondamentale perché quell’opera consentirebbe alla Ciociaria un collegamento strategico, reale e veloce con il nord e il sud dell’Italia ma anche con l’Europa. Finora nessuno dei candidati al consiglio regionale ha affrontato queste tematiche. E’ ora di farlo.