Un commissario straordinario anche per la Roma-Latina, sul modello del ponte Morandi a Genova. L’emendamento che porta la firma di Giovanna Miele e Nicola Ottaviani, entrambi deputati della Lega, punta ad abbreviare i tempi delle opere pubbliche dovrebbe essere fatto proprio dall’Esecutivo. Sarebbe solo questione di giorni.
L’iniziativa ha visto come protagonista principale il senatore e sottosegretario al lavoro Claudio Durigon, da sempre convinto sostenitore del corridoio intermodale Roma-Latina. Si punta ad accelerare su un’infrastruttura che da circa 20 anni viene annunciata e mai portata avanti.
D’altronde grazie allo sblocca-opere del governo Meloni, una svolta potrebbe arrivare per circa 20 progetti cruciali nel potenziare le direttrici che partono dal Lazio, tra Tirreno e Adriatico, al fine di rendere più efficiente la Regione ma anche per dare una scossa in termini di appeal del Paese.
Una chance storica per tutto il territorio pontino, perché non c’è solo la Roma-Latina. In ballo ci sono la Pedemontana Formia-Cassino, il collegamento Fondi-Ceprano, l’adeguamento dei nodi di scambio della ferrovia Roma-Latina, il potenziamento dell’Intermodale Latina scalo, la tangenziale di Latina, via Apriliana e Foceverde. Opere che saranno realizzate con i ribassi di gara e altri finanziamenti e di cui la Lega si prenderebbe la paternità.
LA BRETELLA ‘IMPALUDATA’
Antonio Mallamo, amministratore unico di Astral spa, ad agosto aveva detto chiaramente che ci vorranno 5 anni di lavori per la Cisterna-Valmontone e l’iter sarebbe dovuto iniziare a ottobre, mentre per la Roma-Latina si sarebbe dovuto attendere altri due anni.
“Già con la Cisterna-Valmontone partiremo dall’1 ottobre con gli espropri -ha dichiarato l’ad- con le indagini topografiche, con il progetto esecutivo entro novembre 2023 e con i cantieri, le opere complementari e la Roma-Latina partiranno invece da qui a due anni perché anche lì bisogna aggiornare tutta la progettazione secondo i criteri che avete visto di sostenibilità e su oltre 138 km di infrastrutture nuove”.
Il cronoprogramma rimodulato ad agosto aveva invece come obiettivo quello di rinviare di almeno due anni l’apertura dei cantieri per l’autostrada Roma-Latina, lasciando alla prossima amministrazione regionale la patata bollente.
Infatti l’accordo per la revisione e l’aggiornamento del corridoio intermodale Roma-Latina, prevede testualmente “un progetto ecosostenibile a basso impatto ambientale e ridotto consumo di suolo che si snoderà attraverso l’adeguamento dei computi metrici del precedente tracciato”. Le modifiche prevedono tre blocchi infrastrutturali in cui viene divisa l’opera iniziale: la Roma-Latina, la Cisterna-Valmontone e opere connesse e le Opere complementari.
Un cronoprogramma lento per opere attese da troppo tempo. Peraltro tutto è rimasto sostanzialmente fermo da agosto ad oggi.
SVOLTA VICINA
Quel che è certo è l’archiviazione dell’idea di una metropolitana leggera, nonostante le forti pressioni di questi anni, di associazioni ecologiste, sinistra radicale e M5S. C’era chi si accontentava dell’adeguamento e la messa in sicurezza dell’intero tratto della SS148 Pontina, da Roma a Terracina; del potenziamento e ripristino dell’infrastruttura ferroviaria esistente; e appunto della realizzazione di una metropolitana leggera di collegamento da Roma a Latina per ridurre il traffico pendolare. Più che un progetto serio si trattava di sogni impossibili da realizzare. Un disegno velleitario che è stato smascherato alla prova dei fatti.
Per la Roma-Latina e la Bretella Cisterna Valmontone dunque si volta pagina. Si era rimasti alla passerella estiva di Zingaretti e soci. L’annuncio della firma con il Ministero delle Infrastrutture, per il nuovo progetto dell’Autostrada, avvenuta lo scorso 5 agosto, non era altro che la dimostrazione che sulla Roma-Latina si stava tornando indietro.
In sostanza è stato deciso di riprogettare il tracciato, quando invece era a portata di mano una modifica della precedente gara europea seguendo le indicazioni del Consiglio di Stato. Se si fosse proseguita quella strada, i cantieri forse sarebbero già stati aperti. Ad ogni modo ora è arrivato il momento di spingere sul piede dell’acceleratore. Alla guida del Paese c’è il centrodestra, che non può permettersi di vivacchiare dopo le promesse elettorali. L’ora dei fatti è arrivata.