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Roma è la capitale europea delle voragini

Marco Battistini
Ispra e Snpa non hanno dubbi, i cedimenti del terreno nella Capitale sono frequenti.
Luglio 5, 2022

Ispra e Snpa non hanno dubbi: è Roma la capitale europea delle voragini. A livello europeo. I cedimenti del terreno nella Capitale sono frequenti. Rappresentano un fenomeno che l’Ispra sta indagando e che, attraverso la propria attività di divulgazione, ha in più occasioni affrontato.  E censito. Così, stando ai numeri diffusi dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, il numero complessivo è di 1526. In Italia “c’è ancora molto da fare in ambito cittadino se si parla di fragilità del territorio e uso corretto del suolo: la popolazione residente in aree a rischio idraulico medio varia significativamente dalle 191 persone di Potenza a quasi 183 mila di Firenze, mentre il consumo di suolo avanza senza sosta in quasi tutti i capoluoghi e le infrastrutture verdi non segnalano incrementi significativi”.
A questi problemi si aggiunge anche “il rischio sinkholes (o sprofondamenti) ormai presente in quasi tutte le città italiane con Roma che, con un totale di 1.088 eventi dal 2010 al primo semestre del 2021, si conferma la capitale italiana ed europea delle voragini“. Questo dato invece arriva dal Rapporto Snpa ‘Città in transizione: i capoluoghi italiani verso la sostenibilità ambientale’ che, per la prima volta, presenta una lettura dei trend ambientali delle 20 città capoluogo e Bolzano, nell’arco temporale di 5 anni.

I SINKHOLES

Tra i problemi “comuni a tutte le realtà analizzate” spicca “la fragilità del territorio“, rischio a cui si aggiunge in diversi comuni anche quello dei sinkholes, gli sprofondamenti improvvisi del terreno. “Torino, Milano, Genova e Bologna, nel nord del paese, Roma e Perugia nel centro, Cagliari, Napoli, Bari e Palermo nel Sud hanno fatto registrare il numero più elevato di questi eventi nell’ultimo decennio”, ma “con 100 eventi l’anno di media”, come detto, è Roma ad aver conquistato il poco ambito titolo di capitale delle voragini d’Italia e d’Europa.

I LABIRINTI A ROMA

Ma perchè si verificano tante voragini a Roma? Ci sono due ordini di motivi: i danni registrati nella rete dei sottoservizi e le tante cavità presenti nella Capitale. Le due cause si possono anche sommare. Quando infatti si verifica la rottura di una condotta idrica, se il guasto avviene dove non ci sono dei vuoti, non succede quasi nulla. Se invece sotto il manto stradale in cui si verifica c’è del terreno facilmente asportabile, che si può sciogliere, o se ci sono già delle cavità, allora si formeranno voragini di dimensioni maggiori.
Inoltre Roma è piena di labirinti, soprattutto nella porzione orientale. Ed è lì infatti che si verificano i fenomeni più frequenti. Ne abbiamo registrati tanti infatti al Tuscolano, al Tiburtino, all’Appio Latino e nella zona del Quadraro. Ce ne sono poi anche nella porzione più a sud, come Portuense, ed un po’ più a nord, in zona Nomentano. In generale le voragini si formano dove il sottosuolo è più ricco di vuoti.

L’IMPERMEABILIZZAZIONE DEL SUOLO

C’è poi il tema dell‘impermeabilizzazione dei suoli, determinata ad esempio dalla copertura dei terreni con materiali di cemento o asfalto, che “è una delle più grandi problematiche delle città moderne– segnala Snpa– dove alla ridotta capacità di assorbimento del suolo si combinano gli effetti delle precipitazioni sempre più frequenti e intense conseguenti ai cambiamenti climatici”. Superfici in asfalto o calcestruzzo, inoltre, contribuiscono all’amplificazione dell’effetto denominato “isola di calore urbano” nei centri urbani “dove le temperature sono superiori anche di 4-5 gradi rispetto alle zone periferiche”. Nel periodo 2015-2020 “è di gran lunga Roma a far registrare il più elevato valore complessivo di impermeabilizzazione di aree naturali e seminaturali (circa 96 ha), seguita da Venezia e Bari unici comuni, oltre alla capitale, a superare i 20 ha nel periodo (28 e 22,2 ha rispettivamente) e da Torino (14,8 ha circa) e Perugia (11,4 ha circa)”.

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