Dieci al massimo 15 giorni e tutto sarà più chiaro. I partiti si preparano all’imminente appuntamento con le elezioni regionali, sicuramente il clou per la politica locale. Entro la metà del mese prossimo si conoscerà il nome del candidato presidente del centrodestra. Il tempo (2-3 giorni) di chiudere anche formalmente (col giuramento) la partita delle nomine di viceministri e sottosegretari e poi Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e gli altri alleati di questo campo si riuniranno per la scelta. Che spetterà al partito del neo premier, Giorgia Meloni. Il presidente della Croce Rossa Internazionale, Francesco Rocca, sarebbe ora balzato in pole position, secondo le ultime indiscrezioni provenienti dalla Capitale. Ma resta forte anche il nome della neodeputata e ormai ex consigliera regionale, Chiara Colosimo.
SPIRAGLIO PER IL CAMPO LARGO
Le speranze sono ridotte al lumicino, ma nel centrosinistra già la prossima settimana si tenterà di ricomporre il quadro delle alleanze. Perché il campo largo del centrosinistra al momento ha davvero poche chance di essere riproposto alle prossime elezioni e questo significherebbe vittoria del centrodestra. Il lavorio del Pd per tentare fino all’ultimo di salvare il ‘Modello Lazio’ non si ferma. Il principale nodo da sciogliere è quello del M5S. Giuseppe Conte non avrebbe chiuso agli interlocutori nazionali dem (in particolare a Francesco Boccia, responsabile organizzazione del partito). Il leader pentastellato ci sta pensando ed è tentato dall’avventura solitaria, con l’obiettivo di risultare il primo partito del fronte progressista e guidare una futura coalizione nazionale con il Pd dopo che il partito del Nazareno avrà celebrato il suo congresso. I Cinque stelle del Lazio, che non hanno mai nascosto la loro volontà di proseguire col campo largo, incontreranno Conte alla fine della prossima settimana cercando di convincerlo che gli elettori pentastellati vogliono la prosecuzione del Modello Lazio, anche perché unica opzione possibile per cercare di vincere le elezioni. Ma per arrivare a dama serve una “prova d’amore” da parte del Pd e in questo senso sono state interpretate nei corridoi del Consiglio regionale le parole dell’assessora alla Transizione ecologica, Roberta Lombardi, che, facendo leva su una proposta dei neo senatori e quasi ex consiglieri capitolini di FdI, Andrea De Priamo e Lavinia Mennuni, ha invitato il Pd a prendere le distanze dalla scelta del sindaco Gualtieri, in qualità di commissario di governo, di realizzare a Roma un inceneritore da 600mila tonnellate. Una mossa poco comprensibile per i dem della Pisana, perché ritengono di essersi già espressi politicamente sul tema, vietando la costruzione di inceneritori nel Lazio all’interno del piano regionale dei rifiuti approvato nell’agosto del 2020, e perché la questione è ormai stata sottratta a qualunque tipo di intervento da parte della Regione proprio con la concessione dei poteri straordinari a Gualtieri, che in virtù di questi può andare in deroga anche alle prerogative dell’ente di via Colombo.
D’AMATO RESTA IN GIOCO
L’impressione diffusa è che le chance di accordo col 5 Stelle siano davvero esigue e al massimo possano passare per la proposta da parte di Conte di un candidato capace di “mettere in difficoltà” il Pd. In questo senso circola il nome di Fabrizio Barca, ex ministro per la Coesione territoriale nel governo Monti e attuale coordinatore del Forum Disuguaglianze Diversità. Senza accordo con i 5 Stelle verrebbe subito meno la possibilità di costruire il campo largo e a quel punto il Pd cercherebbe di costruire un’alleanza col Terzo Polo (che pure non sembra ostile alla coalizione ampia). In questo quadro il candidato più “forte” appare Alessio D’Amato. L’assessore regionale alla Sanità, da sempre sostenuto da Carlo Calenda, il prossimo 10 novembre terrà un evento pubblico al Teatro Brancaccio di Roma dove ribadirà di essere in campo. Differentemente da lui, il vicepresidente della Regione, Daniele Leodori, ha scritto chiaramente su Facebook che lui sarà disponibile a candidarsi solo se resterà in piedi il Modello Lazio, che va dalla sinistra ad Azione, passando per Pd e M5S. Un modo per “intestarsi” politicamente questa linea, sgombrare il campo da eventuali alibi legati al suo nome e cercare di richiamare tutti gli alleati alle loro responsabilità dopo quasi due anni di amministrazione insieme. Tra il 10 e il 15 novembre si scriverà la parola fine a questa telenovela.
FRATELLI D’ITALIA PREPARA LA CAMPAGNA DI LATINA
Si è riunito nei giorni scorsi l’esecutivo comunale di Fratelli d’Italia alla presenza dei responsabili dei dipartimenti. A coordinare l’incontro la vice portavoce comunale Daniela Vivolo e il responsabile provinciale per gli enti locali Michele Nasso. “Si è trattato di un incontro molto partecipato -ha spiegato Daniela Vivolo– in cui abbiamo discusso la nuova fase che sta vivendo il partito: in ambito nazionale siamo al Governo della nazione e abbiamo ora la responsabilità di guidare il Paese, mentre in ambito locale ci prepariamo ad affrontare nuove sfide che mettono al centro la città di Latina, a partire dalle prossime elezioni comunali dove, siamo certi, avremo un ruolo da protagonista. I responsabili dei dipartimenti sono pronti a dare il loro contributo per la città che verrà, in linea con quelle che saranno le mosse sul piano nazionale”. Michele Nasso è stato esplicito: “Con i responsabili dei dipartimenti abbiamo avviato un lavoro sinergico e produttivo in vista delle elezioni amministrative. Latina non può più permettersi errori. Serve una guida forte che aiuti la città ad uscire dalla disastrosa era Coletta. Fratelli d’Italia è pronta a fare la sua parte giocando da protagonista”.