Ad ottobre 2022 Consip aveva indetto, per conto del Ministero della Cultura, una gara di appalto per l’affidamento del servizio di biglietteria e controllo accessi presso il solo Parco Archeologico del Colosseo. Ad aggiudicarsi la gara sarebbe stata il Consorzio nazionale dei Servizi (Cns) ad aggiudicarsi la gestione dei servizi di biglietteria del Parco archeologico del Colosseo. A darne notizia è Il Sole 24 Ore.
Il Parco archeologico del Colosseo comprende, oltre all’Anfiteatro Flavio, anche il Foro Romano, il Palatino e la Domus Aurea, per un totale di 9.812.113 di visitatori e 62.871.209,50 euro di incassi solo nel 2022 (dati aggiornati del ministero della Cultura). Uno studio di Deloitte parla addirittura di un valore sociale di circa 77 miliardi di euro, e stima che il Colosseo contribuisca al Pil italiano per 1,4 miliardi di euro all’anno come attrazione turistico-culturale.
PARCO COLOSSEO, FINE DI UN’EPOCA
Il servizio era in mano a Coopculture da 25 anni dal 1997 e aveva ricevuto la prima proroga prevista dall’originale contratto di concessione nel 2001. Una seconda era arrivata nel 2005 (questa, a differenza della prima, non prevista), mentre dal 2010 in poi le proroghe sono diventate annuali; nel frattempo le tre gare indette (nel 2010, 2017 e 2019) venivano puntualmente ritirate o bocciate.
Complice il cambio di istituto giuridico che non prevede più la figura di un concessionario ma si configura come una semplice prestazione di servizi. In poche parole: vince chi fa l’offerta più vantaggiosa. E il guadagno dello Stato non passa più dall’aggio dei biglietti venduti, ma dalla quota fissa risultante dall’offerta.
L’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, ha di fatto posto fine alla situazione di monopolio iniziata nel 1997. Con delibera dell’8 settembre 2021 aveva fatto presente che «il prolungato affidamento in gestione dei servizi del Colosseo in regime di monopolio non fosse coerente ai principi del diritto euro-unitario in materia di contratti pubblici. Aveva quindi invitato il ministero della Cultura ad adottare ogni iniziativa necessaria per pervenire sollecitamente all’aggiudicazione delle procedure di evidenza pubblica. Sullo svolgimento della gara, infine pubblicata con base d’asta di 20 milioni, ha vigilato la stessa Autorità, grazie a un accordo stipulato con il Mic e Consip.
La vittoria potrebbe segnare la fine di un mercato che dal 1992, in seguito alla legge Ronchey (Legge 433/1992) che aveva aperto la strada del mondo dei beni culturali ai privati e alla figura del concessionario, si era tramutato di fatto in un oligopolio di poche imprese presenti nei musei che registravano più incassi.