In queste ore, nelle quali si fanno almeno due incontri politici al giorno e ogni leader riceve minimo cinque telefonate al minuto, si sente parlare di liste che potrebbero ribaltare l’esito del voto nel capoluogo. Nemmeno fossero fenomeni elettorali come quelli che hanno visto anni fa l’affermazione di Macron in Francia. Ma le cose stanno davvero così? Crediamo di no e con il massimo rispetto per tutti proveremo a spiegarlo come sempre: controcorrente.
Nella migliore delle ipotesi il Pd schiera gli stessi del 2017
Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi hanno dato la disponibilità a candidarsi al consiglio comunale: dovranno firmare l’accettazione, ma il sentiero è tracciato. Va dato atto a Francesco De Angelis di avere formidabili argomenti di persuasione. Ma dove sta il valore aggiunto, rispetto al 2017, delle candidature dei quattro consiglieri del Partito Democratico? Angelo Pizzutelli c’era anche cinque anni fa, quando fece segnare l’ennesimo record di preferenze. In ticket con Alessandra Sardellitti, che stavolta però non ci sarà e guiderà la lista di Azione (che sostiene Mauro Vicano). Vincenzo Savo nel 2017 fu eletto nella lista Cristofari sindaco, poi è passato nel Partito Democratico ed è stato eletto anche consigliere provinciale. Già c’era. Norberto Venturi era anche lui presente cinque anni fa.
Dunque, non può essere considerato un valore aggiunto. Fabrizio Cristofari era il candidato sindaco del centrosinistra: questa volta dovrà collezionare preferenze come consigliere (compito più difficile), ma anche in questo caso non si tratta di una new entry che aggiungerà consensi al Pd. La novità vera sarebbe quella di una candidatura come consigliere comunale di Michele Marini, ma l’ex sindaco non si conterà, sicuramente non lo farà nel Pd. Il problema del Partito Democratico è quello di incrementare i voti di lista e di evitare, che tanti candidati nella lista (nel 2017, 12 su 32 raccolsero da zero ad un massimo di 2 preferenze) siano dei prestanome o poco più. Il Pd non poteva permetterselo cinque anni fa, oggi non può nemmeno pensarci. Nicola Zingaretti farebbe scattare la scomunica. I quattro consiglieri comunali uscenti (Fabrizio Cristofari, Angelo Pizzutelli, Norberto Venturi e Vincenzo Savo) sono naturalmente i grandi favoriti per la riconferma come consiglieri. Se poi dovesse candidarsi anche Michele Marini (ma al momento parliamo è ancora un’ipotesi accademica), gli altri candidati al consiglio comunale quale speranza avrebbero di essere eletti? Si tratta di un elemento di forte dissuasione con il quale dovranno fare i conti coloro i quali si stanno prodigando per comporre la formazione dem del capoluogo.
Il nomadismo spinto di Gianfranco Pizzutelli. Che a forza di girovagare ha perso quasi tutta la lista
Da un anno tutti gli addetti ai lavori sanno che il Polo Civico non avrebbe preso parte alla competizione elettorale nella coalizione di centrodestra. Gianfranco Pizzutelli avrebbe dovuto sostenere Mauro Vicano, poi le acrobazie del Pd lo hanno portato più a sinistra perché il prescelto è stato Domenico Marzi. Da giorni il Polo Civico è in meditazione e sfoglia la margherita. Ma quanto davvero può spostare la realtà civica dell’uomo chiamato da Nicola Zingaretti a governare l’Asp di Frosinone? Intanto nel 2012 si chiamava Nuove Realtà e molti dei candidati vennero inseriti nella lista da Mauro Vicano.
Visto che la rimozione della memoria è pratica in crescita esponenziale, specialmente al Comune di Frosinone va ricordato che il successo del 2017 è irripetibile perché in tanti sono andati via: Fabio Tagliaferri, Corrado Renzi, Flora Ferazzoli, Valeria Morgia. Neppure Igino Guglielmi si candiderà con il Polo Civico: insieme all’assessore Angelo Retrosi resterà nel centrodestra: troppo cocente la delusione alle provinciali. Igino Gugliemi, consigliere uscente, è stato giubilato sull’altare dell’accordo con Francesco De Angelis, che ha portato all’elezione di un peso massimo del voto ponderato come Alessandro Cardinali. Igino Guglielmi non ha “perdonato”.
Con il Polo Civico non ci sarà nemmeno Francesco Trina. Francesco De Angelis, che ha capito bene le difficoltà e si sta prodigando per rafforzare la compagine di Pizzutelli. Esattamente come alle provinciali. Compagine nella quale verranno confermati Debora Patrizi e Claudio Caparrelli. Quanto a Carmine Tucci e Carlo Gagliardi chi sosterranno? Mauro Vicano o Memmo Marzi? Ma soprattutto: avranno la forza di mettere in fila 32 candidati oppure cercheranno una soluzione unica con il Polo Civico? Anche a volersi sforzare, il peso decisivo dell’effetto trasversale non è cosi evidente come si vuol far credere.
Le indecisioni e quel linguaggio criptico di Marini che nessuno capisce
L’ex sindaco sta pensando di uscire dall’angolo presentando una sua lista civica. A sostegno del centrosinistra? Non è dato sapersi. Ma come, Marini non è stato sindaco (cinque anni) e vicesindaco (nove) di giunte di centrosinistra? Non è stato segretario della Margherita? Sì. E allora perché non si schiera convintamente nel centrosinistra? Perché nel suo gruppo nessuno ha dimenticato la lettera aperta che Domenico Marzi gli ha scritto nel 2012. Inoltre con il Partito Democratico non c’è stato mai un chiarimento. Però il fatto stesso che una parte della Lista Marini preferirebbe sostenere il centrodestra di Riccardo Mastrangeli fa capire come la situazione politica sia scompaginata. Impossibile perfino da definire in formule astratte e compresse come il Campo largo. Michele Marini potrebbe decidere qualunque cosa, anche di stare a casa ancora una volta. Ma se soltanto si discute di poter sostenere il centrodestra significa che il progetto politico del centrosinistra è perlomeno indebolito se non tramontato. Ecco perché le manovre politiche di questi giorni a Frosinone non vanno prese troppo sul serio.