La Soprintendenza di Stato di Roma, con una lettera inviata al Campidoglio, ha fatto chiarezza sulla sua posizione rispetto alla futura tramvia del centro storico, da tempo al centro di polemiche. A fine gennaio era stato proprio l’ente guidato da Daniela Porro a comunicare al gabinetto del sindaco Roberto Gualtieri di avere attivato il procedimento per apporre il vincolo su via Nazionale, e il Comune aveva risposto inviando delle osservazioni a sostegno dei cantieri del tram. Per la Soprintendenza via Nazionale è storica, il suo tracciato risale all’antica Roma, oggi vi si affacciano palazzi di pregio e fu pensata in epoca post-unitaria proprio come “un’arteria ampia al fine di creare un collegamento veloce e il più possibile rettilineo tra la stazione centrale e il Tevere”. “Appaiono dunque ineludibili le motivazioni che sostanziano la proposta di tutela”. Però, “nello spirito di fattiva collaborazione tra istituzioni” ha precisato la sovrintendente, l’attivazione dell’iter per il vincolo “non inficia i precedenti pareri e atti autorizzativi, con relative prescrizioni, già espressi” sul tram Tva. E cioè, per esempio, la cura per gli edifici rinascimentali e barocchi lungo il percorso (non bisogna apprendere cavi o ‘impallarli’ con pali e pensiline), una particolare attenzione al tratto di Mura Serviane a largo Magnanapoli, il suggerimento di portare il percorso del tram al centro di Corso Vittorio per evitare che sfiori Palazzo Massimo alle Colonne.
L’ITER PROCEDE SPEDITO
Il tram Tva prosegue dunque per la sua via: c’è stata la penultima seduta del tavolo di consultazione, che terminerà giovedì con le conclusioni dell’assessore Eugenio Patanè. Per i trasporti romani è arrivata però anche un’altra notizia, questa volta dal Tar. I giudici hanno dichiarato “improcedibile” un ricorso presentato dall’Antitrust che riguarda l’affidamento della gestione dei trasporti ad Atac in proroga dal 1 aprile al 31 dicembre del 2023. Ricorso di fatto cestinato per “sopravvenuta carenza di interesse ad agire”: il 31 dicembre è passato, e c’è stata persino un’altra proroga fino a luglio 2024 per cui nessuno ha presentato ricorso. Ciò su cui semmai si può discutere, hanno spiegato i giudici nella sentenza, è la delibera dello scorso ottobre con cui si è affidato il servizio ad Atac per il 2024-2027 e contro cui Agcm ha presentato un “autonomo ricorso”. E’ la seconda volta in pochi giorni che la giustizia amministrativa si esprime su Atac: la scorsa settimana fu il Consiglio di Stato a esprimersi in favore della proroga dell’affidamento all’azienda capitolina decisa nel 2018 dalla giunta di Virginia Raggi. Giorni fa, esprimendosi sul ricorso di Agcm, l’assessore Patanè lo definì “quantomeno sbagliato nei tempi”. All’Antitrust noi forniremo tutti i dati, ma mandare a gara il servizio quando abbiamo fatto 4 anni di investimenti e alla vigilia del Giubileo significa condannare la città a una figuraccia e condannare Atac”. Di opinione opposta +Europa che oggi in una conferenza stampa assieme a esponenti di Iv e di Azione è tornata a chiedere di mettere il tpl a mercato: “Il bene comune non è Atac – ha detto il segretario Riccardo Magi – ma il servizio che l’azienda deve offrire ai cittadini. Oggi Roma non è competitiva con le altre capitali europee”