Se gliel’avessero detto avrebbe stentato a crederlo. La commozione dopo l’ultimo punto realizzato si spiega così. Matteo Berrettini, 91 giorni dopo l’ultimo match disputato e 80 giorni dopo l’intervento alla mano, ha vinto a Stoccarda il torneo ATP 250 che già si era aggiudicato nel 2019. La “vittima” della finale è illustre, visto che si tratta di un ex numero uno del mondo, Andy Murray, che dopo il ritiro, il ripensamento, l’operazione all’anca e vicissitudini varie, è ancora a battagliare con i migliori, grazie a una volontà di ferro e ad una classe indiscutibile. Ci ha provato lo scozzese a frenare proprio sul traguardo la corsa rabbiosa e vincente di Matteo, che dopo aver vinto la prima frazione grazie a un break ottenuto nel terzo gioco, si accingeva a guadagnarsi il tiebreak nel secondo. Niente tiebreak invece, perché Murray accelerava e Berrettini, per la prima e unica volta nel match, sparava a salve col suo servizio. Si andava al terzo, terreno di caccia di Murray, che in carriera ha perso una finale al terzo set solo tre volte, e in due casi da Djokovic. I numeri confortavano l’ex numero uno del mondo, ma la ragione diceva che il Matteo visto nel primo set non avrebbe mai potuto perdere da un Murray tornato sì su buoni livelli, ma incapace di far miracoli sui servizi al fulmicotone e sul “dritto armato” del nostro numero uno. Subito break, allora, e le certezze dello scozzese sgretolate anche da problemi fisici subentrati strada facendo. Due interventi del “fisio”, il secondo autorizzato in barba al regolamento e nel bel mezzo di un game, non hanno restituito ad Andy le chiavi per aprire la porta del successo. Berrettini si è fatto condizionare un po’ da quei servizi dell’avversario che d’improvviso viaggiavano a 130 km all’ora, così lenti da non essere veri, ed ha rinviato al mono gioco il colpo del ko, tornando su quel trono di Stoccarda già conquistato tre anni prima. Un rientro scoppiettante, convincente, che regala a Matteo Berrettini grandi speranze in vista del torneo di Wimbledon. Non troppo distante da Stoccarda, si è completata la favola di Van Rjithoven, che prima del torneo dì Hertogenbosh non aveva vinto una sola partita del circuito maggiore. Ebbene, il giovanotto olandese, mettendo in fila successi sempre più eclatanti, è arrivato all’ultimo atto contro Medvedev e… lo ha sconfitto 6/4 6/1, quasi fosse uno qualunque dei suoi abituali avversari dei Challanger. Sul trono di Nottingham la brasiliana Haddad Maia, che ha battuto in tre set la statunitense Rjiske. L’erba, come sempre, dà responsi sorprendenti. Taluni sostengono sia… un altro sport, e non vanno distanti dal vero.